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Commedie, horror e film di culto. Fu una rivoluzione per il cinema

Rob Reiner ha riscritto il cinema degli anni '80 e '90 e noi critici (anche quelli che si credono assolti sono lo stesso coinvolti) non ce ne siamo accorti

Commedie, horror e film di culto. Fu una rivoluzione per il cinema
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Sarebbe troppo facile, o troppo pigro, scrivere che quella Hollywood non esiste più. Che l'idea di cinema di Rob Reiner, trovato morto a 78 anni con la moglie Michele Singer nella loro villa a Los Angeles, non sia più di casa nel cinema americano. Ma è così. Perché scorrazzare liberamente da attore, sceneggiatore e regista nel cinema e nella tv mainstream toccando generi e formati diversi, davanti, di dietro e di lato della macchina da presa, anche come produttore (fondò la Castle Rock Entertainment dal nome della cittadina immaginaria dove l'amato Stephen King ha ambientato tante storie), è qualcosa di impensabile oggi in una Hollywood stretta tra piattaforme omologanti e grandi studios in preda al miglior offerente come Warner Bros., contesa tra Netflix e Paramount e la sua offerta ostile (se il buongiorno si vede dal mattino...).

Rob Reiner ha riscritto il cinema degli anni '80 e '90 e noi critici (anche quelli che si credono assolti sono lo stesso coinvolti) non ce ne siamo accorti (per esempio l'Enciclopedia del cinema Treccani non ha una voce sul regista) con un pugno di film in date così ravvicinate da costituire un unico capolavoro cinematografico espanso. Parliamo di This Is Spinal Tap (1984) uno dei primi o più consapevoli falsi documentari (il sequel Spinal Tap II: La fine è solo l'inizio è il suo ultimo film da poco disponibile sulle piattaforme), Stand by Me - Ricordo di un'estate (1986) forse il più bel film mai girato sulla giovinezza, La storia fantastica (1987) il più fantasy che ci sia, Harry, ti presento Sally... (1989) ossia la romcom per eccellenza scritta nientepopodimeno che da Nora Ephron, Misery non deve morire (1990) in pratica uno dei migliori Stephen King, Codice d'onore (1992) il suo capolavoro che, non a caso, è stato l'unico ad avere una candidatura agli Oscar (a proposito di amnesie non solo della critica), e Il presidente - Una storia d'amore (1995) che è scritto da sua maestà Aaron Sorkin, come peraltro il precedente, che già si appassionava alle questioni presidenziali prima della sua serie The West Wing.

Figlio d'arte, il padre Carl morto cinque anni fa è stato un attore (lo ricorderete come il più anziano della banda di Ocean's Eleven), comico, sceneggiatore, produttore e regista che, con Rob, condivide una stella sulla Walk of Fame a Hollywood, la madre ebrea, cantante e attrice (appare pure in Harry, ti presento Sally...

nel ruolo della cliente della caffetteria che, alla fine della sequenza dell'orgasmo simulato dall'attrice Meg Ryan, urla al cameriere: "Quello che ha preso la signorina!"), Rob Reiner ha giocato con il cinema anche da attore, recentemente pure in The Wolf of Wall Street di Scorsese dove interpreta l'irresistibile padre collerico soprannominato Mad Max del personaggio di Leonardo DiCaprio, ma ha dato il meglio di sé in televisione dove è stato, ad esempio, uno dei protagonisti della sitcom di culto negli Stati Uniti che da noi, su Canale 5 nei primi anni Ottanta, si chiamava Arcibaldo. Più recentemente l'abbiamo visto come Bob Day, il papà di Jess, interpretata da Zooey Deschanel, in alcuni degli episodi più belli della serie New Girl.

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