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Le (pochissime) voci stonate della retorica antimilitarista

E poi ci sono le fecce tricolori. Senza "r", non è un refuso. Quelli che rovistano in ogni disponibile torbido pur di non perdere l'occasione di dire la cosa sbagliata al momento sbagliato

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E poi ci sono le fecce tricolori. Senza «r», non è un refuso. Quelli che rovistano in ogni disponibile torbido pur di non perdere l'occasione di dire la cosa sbagliata al momento sbagliato, che poi avere un'idea qualsiasi non vuol dire che le devi per forza darle corpo sotto forma di parole e quindi metterne al corrente il mondo grazie ai social, dove uno vale uno anche se è uno zero. Va detto che poteva andare peggio, in quanto a peggio. La tragedia di Caselle poteva essere strumentalizzata dalla sinistra antimiliarista, antiaviatoria, antievoluzionista, antipatica in modi più beceri e con pezzi più grossi. Segretari e leader hanno però avuto il buon gusto di tacere, di non incolpare le esibizioni della pattuglia acrobatica, un vanto della nostra Aeronautica militare, di non trasformare il destino in una colpa, di non cavalcare la morte di una povera bambina per riaprire la valigia impolverata e cigolante del pacifismo (e del panciafichismo) d'occasione. Poi certo, c'è chi proprio non ce l'ha fatta. Prendete Tomaso Montanari, critico d'arte e polemista, un debole per le debolezze (proprie) e per le battaglie di retroguardia, uno che ha la vanità di definirsi «antipatico e inopportuno». Sulla prima cosa possiamo avere degli indizi, della seconda abbiamo le prove. «Ora basta - posta - con Frecce tricolori e parate militari! (...) Troviamo altri modi più intelligenti, più costruttivi, più pacifici per celebrare una Repubblica che ripudia la guerra, e che è fondata sul primato della persona umana». Strano che il Montanari non abbia chiesto l'abolizione delle ferrovie dopo Brandizzo. C'è poi Luana Zanella, che Google si incarica di indicarci come deputata dell'Alleanza Verdi-Sinistra. Secondo la signora «le manifestazioni delle frecce acrobatiche» sono «esibizioni da abolire». A lei si unisce Maurizio Acerbo, segretario di Rifondazione Comunista (sì, da qualche parte esiste ancora), che parla di «uno spreco di soldi e uno strumento di propaganda guerrafondaia dannoso, diseducativo, e purtroppo anche pericoloso». Infine ben pensa anche Frank HI-NRG, cantante di passate glorie: «Ma di preciso, nella pratica, a che cazzo servono le #FrecceTricolori?».

Forse, caro Frank, a far sentire qualcuno autorizzato a dire scempiaggini.

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