Commissione Covid, si parte con i familiari. Lisei (Fdi): "La verità ha bisogno di tempo"

Oggi in audizione anche i medici, pesa l'ostruzionismo Pd

Commissione Covid, si parte con i familiari. Lisei (Fdi): "La verità ha bisogno di tempo"
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Eppur si muove. Cominciano oggi, con le prime audizioni, i lavori della commissione d'inchiesta sulla pandemia Covid, chiesta in campagna elettorale dal Fdi Galeazzo Bignami e presieduta dal meloniano Marco Lisei (nella foto), che al Giornale avverte: «Già questa settimana partiremo con sei audizioni dei familiari delle vittime, un segnale importante della volontà di portare a termine il lavoro». Ma la ricerca della verità «ha come primo nemico il tempo, la commissione ha compiti di indagine molto ampi ma è partita in ritardo anche per ragioni ostruzionistiche», sottolinea Lisei. Pd, Avs e Cinque Stelle hanno boicottato l'organismo, considerato un plotone d'esecuzione contro Giuseppe Conte e il suo esecutivo giallo-rosso. «Raccoglieremo le testimonianze dirette di ciò che a loro avviso ha o non ha funzionato, faremo anche audizioni più tecniche seguendo un criterio temporale dall'inizio della pandemia», sottolinea Lisei.

Oggi parleranno i familiari delle vittime, poi toccherà al personale medico-sanitario (medici e si spera infermieri) e anche le forze dell'ordine. Secondo i retroscena del Corriere della Sera dietro lo scambio di email tra legali e consulenti dei familiari delle vittime della Bergamasca si sarebbe consumato uno scontro sui risarcimenti e sulle velleità politiche di alcuni legali, cui Fratelli d'Italia aveva detto no. Anzi, in pandemia Fdi aveva avanzato l'ipotesi di un fondo risarcitorio da 100 milioni a cui aderire senza rinunciare alle cause civili. La cosa naufragò, chi si oppose?

Il cuore dell'indagine resta il Piano pandemico, non aggiornato dal 2006 e accantonato frettolosamente dagli esperti del Cts e della Salute (a che punto è quello nuovo?). Si parlerà anche di protocollo sulle cure domiciliari, di lockdown, green pass e obbligo vaccinale, ma anche del tira e molla sulla Zona rossa tra Alzano e Nembro, le frodi sui respiratori, i Dpi e le mascherine farlocche incautamente comprate in Cina nonostante la white list stilata dal coraggioso funzionario delle Dogane Miguel Martina eppure ignorata. Da chi? Lo spiegherà in commissione?

L'obiettivo è creare un manuale di istruzione per evitare errori come la mancata chiusura immediata dei confini, tanto che secondo i dati Ue l'Italia è stato il cluster d'Europa.

La mancata prevenzione non è reato, l'ha deciso il Tribunale dei ministri a Brescia che ha affossato l'inchiesta della Procura di Bergamo, ma nelle migliaia di pagine del dossier della Finanza ci sono i messaggini, le mail e le chat dei principali protagonisti nella gestione della pandemia, dal ministro della Sanità Roberto Speranza ai membri del Cts, ci sono le prove della mancata preparedness italiana, delle farlocche autovalutazioni all'Oms, c'è il report dell'ex Oms Francesco Zambon, sparito e ritrovato dall'ex consulente dei familiari delle vittime Robert Lingard, che verrà probabilmente sentito, ci sono le best practises sullo screening per le minacce chimiche, batteriologiche, radiologiche o nucleare che l'Italia ha aggirato. «Le indagini della commissione procederanno anche per mezzo delle acquisizioni documentali, visto che ci sono diversi tribunali che hanno procedimenti in stato avanzato», promette Lisei.

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