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Commissioni parlamentari, l'ennesima fumata nera nel governo

Dopo settimane di trattative, i giallorossi non trovano la quadra sulle presidenze delle commissioni parlamentari

Commissioni parlamentari, l'ennesima fumata nera nel governo

Proprio non riescono a mettersi d’accordo. Dopo (tre) settimane di serrate trattative, proposte, controproposte, riunioni fiume e confronti, ecco arrivare l’ennesima fumata nera sulla nomina dei presidenti delle commissioni parlamentari.

I giallorossi non trovano la quadra e si ritrovano per le mani un pugno di mosche. Al centro della partita il cambio delle presidenze che sono rimaste in mano alla Lega (ma non solo) nonostante l’insediamento – la scorsa estate – della maggioranza giallorossa: stiamo parlando della commissione Bilancio di Montecitorio (che è stata guidata da Claudio Borghi Aquilini) e della commissione Finanze di Palazzo Madama (al cui timone fino a qualche tempo fa vi era Alberto Bagnai).

Ecco, entro la fine del mese le due cariche sarebbe dovute essere rinnovate, con un occhio particolare alle esigenze e alle volontà dell’azionista di minoranza di questa maggioranza, ovvero Italia Viva di Matteo Renzi. Nei mesi scorsi, infatti, si era fatto un gran parlare della possibilità di vedere il renzianissimo Luigi Marattin prendere il posto di Borghi alla commissione Bilancio della Camera.

Ad oggi, però, è ancora tutto fermo e in alto mare: quando ci troviamo ormai a poche ore dalla fine di luglio e con agosto alle porte, Movimento 5 Stelle, Partito Democratico, Italia Viva e anche Liberi e Uguali non hanno ancora raggiunto un accordo.

In queste settimane i giallorossi c’hanno provato e riprovato, senza però arrivare alla metà. In queste ultime tre settimane di riunioni se ne sono tenute a bizzeffe, raccogliendo però poco e niente. Come ben ricordato dall’Huffington Post, infatti, nella giornata di ieri i capigruppo dei partiti di maggioranza si sono incontrati a più riprese nel corso della giornata; insieme a loro anche il ministro (grillino) per i rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà. Lo stesso è accaduto l’altro ieri e lo stesso sta accadendo anche quest’oggi: in serata si dovrebbe tenere un vertice decisivo.

Il tempo è tiranno e il calendario non mente: le presidenze delle commissioni sono "scadute" il 30 giugno, sostanzialmente un mese fa. Ovviamente, la partita non è partita di poco conto, dal momento che la scelta dei nuovi presidenti avrà conseguenze politiche importanti sui nuovi equilibri politici sia all’interno della maggioranza, sia nelle due aule del Parlamento.

I nomi in lizza sono i soliti noti: Luigi Marattin è in lizza sia per la commissione Bilancio alla Camera – dove però il Pd vorrebbe piazzare Fabio Melilli – sia per quella delle Finanze in Senato. Ma in ballo c’è anche la commissione Affari Costituzionali (qui è il dem Dario Parrini il favorito), Difesa (Roberta Pinotti in testa), ma anche Attività Produttive e Politiche Comunitarie. I renziani, qualora saltasse Marattin, potrebbero doversi accontentare della commissione Trasporti con Raffaella Paita, mentre dovrebbe rimanere fuori Maria Elena Boschi; in ogni caso al deputato di Iv dovrebbe andare sicuramente una delle due commissioni economiche, nonostante il poco gradimento da parte della galassia M5s.

Motivo per il quale la partita è ancora tutta da giocare.

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