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La commovente veglia del cane Sully davanti alla bara di George Bush senior

La commovente veglia del cane Sully davanti alla bara di George Bush senior

Se qualcuno avesse ancora dubbi credo basterebbe lasciarlo solo, in una sala di proiezione, a meditare su quella fotografia. Il cane raggomitolato, vinto dalla fatica della veglia, si riposa mentre il feretro del suo proprietario svetta imponente alle sue spalle sotto l'austera presenza di un'enorme bandiera a stelle e strisce. Gli americani che non lo hanno particolarmente amato per ragioni politiche, quand'era in vita, se guardano questa immagine, sono convinto vengano presi da un brivido di commozione e di profondo rispetto per questa coppia indissolubile che neanche la morte osa allontanare. Si tratta di Sully, un cane, uno dei tanti cani presidenziali, che hanno accompagnato, nelle loro vite, i presidenti della repubblica americana, tracciando una tradizione interrotta solo da Truman che non ne volle mai sapere. Per alcuni di loro, come questo labrador donato a George H. W. Bush per alleviare le pene della sua malattia, l'affetto perduto ha un legame talmente profondo da non volerlo abbandonare sulla soglia dell'ultima stazione.

Poi qualcuno ci accusa di umanizzarli troppo. E cosa volete di più, oltre a quella fotografia quasi ieratica, del cane che vorrebbe seguire il proprio padrone oltre il confine?

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