Como in tilt: i profughi non vogliono sgomberare

Immigrati accampati in centro

Como in tilt: i profughi non vogliono sgomberare

La situazione dei profughi arrivati a Como si fa di giorno in giorno sempre più complessa. Basta fare un giro alla stazione San Giovanni, per accorgersi quanto queste decine di persone, giunte a quota 500 presenze, abbiano il solo obiettivo di salire sul treno e andare in Svizzera. Nessuno riuscirà quindi a convincerli ad attraversare la città e percorrere un chilometro per andare a dormire al chiuso alla caserma De Cristoforis. Pertanto è stata realizzata una tendopoli ai giardini della stazione. Si tratterebbe di strutture ben attrezzate, già utilizzate in condizioni di emergenza, tra cui terremoti, e quindi già disponibili senza grossi sforzi né dispendio economico. Ma i profughi non ci vogliono andare e tra esattamente un mese, alcuni spazi che in questi mesi sono stati utilizzati per la gestione dei migranti, non saranno più disponibili. Per esempio gli oratori delle parrocchie, oppure le docce della palestra del Collegio Gallio, torneranno ad essere utilizzate dall'istituto scolastico.

«Con questi numeri dice il sindaco di Como, Mario Lucini la situazione non potrà essere gestita a lungo. In due settimane abbiamo più che raddoppiato le presenze. Nonostante il coordinamento che si è creato, siamo preoccupati per l'aumento dei numeri e la carenza di luoghi adatti all'accoglienza».

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