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Compagni, ex Cgil, Visco boys: chi comanda davvero il Fisco

Una rivoluzione sta portando ai vertici dell'Agenzia delle entrate l'ala più radicale del sindacato e del Pd

Compagni, ex Cgil, Visco boys: chi comanda davvero il Fisco

F ormalmente non lo è, ma il vero direttore dell'Agenzia delle entrate è lui. All'interno del Fisco italiano, in questi giorni, è in atto una rivoluzione che sta portando alla ribalta una serie di personaggi strettamente legati all'ala più «radicale» del Pd. All'interno del pacchetto spuntano fuori anche tessere di un recente passato nella Cgil. Il «demiurgo», ovvero colui che con le sue indicazioni sta plasmando la situazione, si chiama Massimo Romano. Vecchia conoscenza dell'Agenzia delle entrate, che ha guidato nel 2001 quando venne creata la struttura, e nel biennio 2006-2008 quando al governo c'era Romano Prodi, Romano oggi è un consigliere della Corte dei conti. È l'uomo di massimo fiducia di Vincenzo Visco, ex ministro delle Finanze ribattezzato «Dracula» per il suo approccio «draconiano» alla materia fiscale.

Al di là dei soprannomi, e delle forme, il dato certo è che oggi l'Agenzia delle entrate è in mano a un fedelissimo dell'ex ministro. Le alte sfere del Fisco sanno bene che dietro alla scelta di Rossella Orlandi, il nuovo direttore individuato con il placet del premier Matteo Renzi, c'è proprio la figura di Romano. E mentre la Orlandi comincia ad affacciarsi nei talk show televisivi, dietro le quinte il numero uno dei Visco boys sta muovendo tutte le sue pedine sullo scacchiere fiscale. La prima scelta strategica è stata quella di mettere Aldo Polito, sino a poco tempo fa direttore regionale del Lazio, a capo della delicata Direzione centrale accertamento. Polito è un funzionario molto legato a Romano, che già nel 2006 lo promosse al vertice della Direzione centrale servizi ai contribuenti.

Sulla tolda di comando della Direzione del Lazio è stato piazzato Leonardo Zammarchi, toscano come la Orlandi. Si tratta di un dirigente che in passato ha diretto gli uffici fiscali di Arezzo, Prato e Firenze. Un comunicato della Cgil risalente al 2008, relativo a un piano di riorganizzazione dell'Agenzia, invitava gli associati a far riferimento al «compagno» Zammarchi. In effetti il funzionario risulta essere stato iscritto alla Cgil fino al 2009, senza però assumere incarichi dirigenziali.

Tra le mosse compiute negli ultimi giorni c'è anche la promozione a direttore regionale dell'Abruzzo di Federico Monaco, dal cui curriculum si apprende che nel 2001, primo anno di vita dell'Agenzia, è stato capo dell'ufficio del direttore, all'epoca proprio Romano. Per questo stesso ruolo, dal quale dipendono i rapporti del direttore con le altre strutture di vertice, è stata appena scelta Margherita Maria Calabrò, già stretta collaboratrice di Romano. Senza contare che la Calabrò ha fatto il suo ingresso anche nel consiglio di amministrazione di Equitalia Giustizia, diventandone vicepresidente. Insomma, la dimostrazione che l'ex direttore ancora oggi decide la composizione delle caselle.

Tra l'altro corre voce che il coinvolgimento di Romano potrebbe prendere forma con un suo ingresso nel cda di Equitalia (controllata dall'Agenzia), magari nella veste di presidente. Nel frattempo la sua presa sarebbe destinata ad aumentare nei prossimi giorni. Secondo rumors ricorrenti, infatti, la scelta del nuovo capo della Direzione centrale del personale, al posto dell'uscente Girolamo Pastorello, potrebbe cadere su Antonino Di Geronimo, che nel 2007 Romano portò da Bologna (dove era capo ufficio controlli fiscali dell'Emilia Romagna) a Roma (ai vertici della Direzione accertamento). Così come nuovo capo della comunicazione potrebbe diventare Antonio Campanella, che dal 2006 al 2008 è stato capo dell'ufficio di Romano.

Naturalmente a tutte queste mosse corrisponde un giro di defenestrazioni che stanno colpendo esponenti della vecchia guardia dell'ex direttore Attilio Befera. Dalla direzione accertamento, per far posto a Polito, è stato allontanato Salvatore Lampone, ufficiale della Guardia di finanza già responsabile fiscale di Trenitalia ed ex dirigente dei Monopoli. Lampone è stato nominato capo della Direzione audit dell'Agenzia, ma a quanto pare si tratta di una soluzione temporanea (ha il contratto in scadenza tra non molto).

Dal cda di Equitalia è uscito Luigi Magistro, che proprio pochissimo tempo fa era stato cooptato nella holding di riscossione per diventarne presidente. Si era trattato di un'operazione compiuta su indicazione di Marco Di Capua, allora come ora vicedirettore vicario dell'Agenzia che era in corsa per la poltrona poi assegnata alla Orlandi.

Ma altre teste sono destinate a saltare.

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