Cultura e Spettacoli

Compleanni e scoperte: maggio è il mese dei geni

Centocinque anni fa, oggi, Einstein enunciava la Relatività. Ma anche l'Italia è piena di cervelloni

Compleanni e scoperte: maggio è il mese dei geni

Genio, genio delle mie brame... il tuo mese è maggio. Un po' è un gioco, d'accordo ma è d'uopo ricordare come esattamente 105 anni fa, l'11 maggio 1916, il genio per antonomasia, Albert Einstein, enunciò la Teoria della relatività. Lui del resto aveva un Q.I. straordinario: 160. Ma sorprenderà sapere che, quanto meno come nazione e al netto dei casi personali, noi italiani non siam messi poi così male, in quanto a intelligenza: siamo infatti settimi al mondo, primi in Europa con buona pace dei cugini francesi e dei primi della classe tedeschi. E dietro ai soliti secchioni dell'Estremo Oriente con Hong Kong e Singapore che vantano la media di Q.I. più alta, 108 seguiti da Corea del Sud (106), Cina e Giappone (105) e Taiwan (104). Gli italiani colgono un dignitosissimo 102 davanti a Svizzera, Mongolia e Islanda. La classifica dei capoccioni è di World Population Review ed elenca i Paesi più smart del 2021.

Come si dice, son soddisfazioni. Certo che poi i geni, quelli grandi e unici, sono altri. Molti dei quali, sono nati proprio a maggio. Qualche esempio?

Uno su tutti, il sommo Dante Alighieri, che basta e avanza per sbancar la classifica dei mesi geniali (per la cronaca il rivale di sempre William Shakespeare ha «mancato» maggio per una sola settimana, essendo nato il 23 aprile). Poi c'è quel Mark Zuckerberg che nel bene e nel male ha segnato la no-stra epoca recente. Il creatore di Facebook è riuscito a costruire in 17 anni un impero di quasi 2 mi-liardi di follower (e 86 miliardi di dollari). Passando al cinema, l'attore e regista Clint Eastwood avrebbe un'intelligenza empatica e sociale, riuscendo a trasmettere fiducia e rendere ogni attività più facile del previsto. In ambito musicale svetta il genio musicale ma anche letterario certificato dal premio Nobel per la Letteratura nel 2016 - Bob Dylan. Altro personaggio che ha cambiato più di un'epoca e nato a maggio è Sigmund Freud, ma c'è anche un Nicolò Machiavelli sempre attualissi-mo.

Ora la grande domanda è: tra genio e studio, talento e applicazione quale vale di più, e può esistere uno senza l'altro? Pare che Einstein, geniale anche nella creazione di aforismi, abbia detto che «Il nostro genio è per l'1 per cento talento e per il 99 duro lavoro». Se ne è discusso durante l'evento TEDx Trento tenuto da Massimo De Donno, fondatore di GenioNet e ideatore di Genio in 21 Giorni, corso di formazione sul metodo di studio personalizzato che prende anche elementi derivanti dall'apporto di un team di ricercatori del CNR, da oltre 20 anni impegnati proprio nella ricerca scienti-fica sui sistemi di apprendimento più efficaci. «Stando a diversi studi elaborati negli ultimi anni si è giunti alla conclusione che il genio non è un dono della natura insieme al quale veniamo al mondo, bensì la combinazione di abilità, istruzione, formazione di alto livello e una montagna di lavoro ed esercizio» spiega De Donno.

C'è speranza per tutti insomma, e se di Albert ne nasce uno al secolo, magari anche noi possiamo avere i nostri 15 minuti di intelligenza, il nostro piccolo momento di gloria, la risoluzione di un sudoku o chi lo sa. Tanto siamo italiani, e anche le classifiche certificano il nostro genio.

Magari non proprio all'altezza nei campi matematico e logico (ma un chapeau alla nostra Fabiola Gianotti, direttrice generale del CERN di Ginevra, anche se è nata a ottobre lo facciamo), ma più diffuso e consistente del previsto, questo sì.

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