Concessioni soltanto con garanzie certe: Ucraina sovrana e confini protetti

Il leader al bivio. Rimane l'intransigenza sui territori ma il vero nodo è la tutela Usa

Concessioni soltanto con garanzie certe: Ucraina sovrana e confini protetti
00:00 00:00

Che sia il momento più difficile per Volodymyr Zelensky è quasi paradossale. Dopo tre anni e mezzo di bombe, missili e una guerra di invasione che sembra infinita, il presidente ucraino è arrivato a un bivio forse decisivo. Per sé ma anche e soprattutto per il suo Paese, quello che ha tenuto in piedi tra mille difficoltà e a cui vuole e deve garantire un futuro. Non solo grazie alle operazioni, sempre più complesse, sul campo di battaglia, ma ora come mai prima in quell'azione politica e diplomatica che toccherà il suo apice a Ferragosto, con o senza di lui.

"Non daremo alla Russia nessuna ricompensa per quello che ha fatto. Il popolo ucraino merita la pace. Ma tutti i partner devono capire cosa sia una pace dignitosa", ha ribadito il leader ucraino. Ieri ha sentito telefonicamente i colleghi di mezza Europa, da Macron a Starmer, per cercare sponde e studiare una strategia comune da opporre all'eventuale accordo Trump-Putin alle sue spalle. La grande paura di Zelensky è proprio che il presidente americano e quello russo si accordino sulla pelle dell'Ucraina, calpestando la posizione e le legittime richieste di Kiev. Su questo è stato chiaro, trovando l'appoggio di tutti i leader europei: nessun accordo senza l'Ucraina. "I russi continuano a imporre l'idea di uno scambio di territorio ucraino con territorio ucraino, con conseguenze che non garantiscono altro che posizioni più convenienti per i russi in cui riprendere la guerra", ha spiegato ancora una volta Zelensky. "Gli ucraini difendono ciò che è loro", virando quindi sul vero tema del contendere.

La posizione russa è e rimane la stessa: vuole, anzi, pretende i territori e le regioni ucraine, anche quelle parzialmente occupate, senza lasciare spazio ad alcun compromesso. "La risposta alla questione territoriale ucraina è già nella Costituzione dell'Ucraina. Nessuno si discosterà da questo e nessuno potrà farlo. Gli ucraini non regaleranno la loro terra all'occupante. Questa sarebbe una decisione contro la pace e non porterà a nulla", ha chiuso Zelensky per poi spiegare però che "l'Ucraina è pronta a prendere decisioni concrete che possano portare alla pace. Abbiamo bisogno di una pace reale, viva, che le persone rispettino. Siamo pronti a lavorare insieme al presidente Trump e a tutti i nostri partner per una pace reale e, soprattutto, duratura, una pace che non crollerà a causa dei desideri di Mosca".

Due le ragioni, estremamente concrete, che spiegano una posizione solo all'apparenza inscalfibile. Per trattare alla pari con la Russia di Putin, Zelensky non può arrivare al tavolo con troppe concessioni esplicite. È il più classico del gioco politico. Viste le posizioni e le pretese di Mosca, eventuali concessioni devono essere, appunto, tali, non regali semplici e scontati. Non è assurda per esempio l'ipotesi di una Crimea ufficialmente russa e di un Donbass, o di parte della regione, annessa da Mosca. Ma solo in un momento successivo e solo dopo un vero cessate il fuoco.

La vera condizione per firmare qualsiasi documento infatti, per Kiev va oltre questo. Zelensky vuole la garanzia che la pace sia vera e duratura, il che significa che tra un anno, o due o dieci non si debba fronteggiare una nuova invasione russa. E in questo, sarà decisivo il ruolo americano (oltre a quello europeo) con garanzie certe di protezione, indipendenza e sovranità.

"Dobbiamo lavorare per la nostra sicurezza comune", ha ribadito. Senza garanzie, certe e inattaccabili, non ci può essere nessuna rinuncia, nessuna concessione o nessun accordo. Perché, senza queste garanzie, Zelensky è finito. E l'Ucraina puree. E, probabilmente, anche l'Europa.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica