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Il conclave infinito che non decide

Avete presente quei cartelli stradali che indicano "tutte le direzioni"? È la segnaletica al piano secondo di via Campo Marzio al civico 46

Il conclave infinito che non decide

Avete presente quei cartelli stradali che indicano «tutte le direzioni»? È la segnaletica al piano secondo di via Campo Marzio al civico 46. Trattasi dei cinquecento metri quadrati occupati dai 5 stelle, dove l'occupazione è ufficiale non abusiva in cambio di retta mensile pari a euro dodicimila.

Come diceva Flaiano la situazione è grave ma non è seria, per il Paese ma per loro soprattutto. Proseguono gli incontri, il sinodo non ha pausa, i vertici e le riunioni congiunte portano a fiumi di parole, non si sa bene quale sia ancora l'obiettivo messo a fuoco ma l'importante è parlarne. Era febbraio di un anno fa quando Vito Crimi tramite Facebook annunciava l'espulsione di 15 senatori colpevoli di non avere votato la fiducia al governo Draghi. La fibrillazione del movimento portò alla seguente esternazione di Grillo: «Siamo nell'era della resilienza, dell'antropocene e dobbiamo necessariamente effettuare un salo quantico, passare da un regime di equilibrio (che realmente non lo è più) a un altro e l'unità, il patto verde, è l'unica strada». Si stava formando, a loro insaputa, un gruppo misto all'interno della stessa casa di carta, velina, la pluralità delle voci è sintomo di democrazia ma si rischia la confusione quando è ora di passare dalla teoria alla pratica. Nessuno ha ancora del tutto compreso quale sarà il percorso, sostantivo di grande uso quando si vuole dire tutto e niente, Conte ascolta i consigliori, Grillo fa l'osservatore dell'Uno, il premier, le voci di dentro riferiscono di discussioni eterne, una parte parla di incoscienza, un'altra è ferma e convinta della scelta giusta e logica, come diceva Rousseau, quello della piattaforma, l'uomo è nato libero ma dovunque è in catene, così i prigionieri di via Campo Marzio provano a evadere non trovando complici e pali pronti al soccorso. C'è, anzi, l'ipotesi che il partito di maggioranza si risvegli all'opposizione, roba che nemmeno nelle peggiori farse, cosa che la nostra politica sa allestire puntualmente.

La triade si è scomposta, Conte di qua, Di Maio di là, Grillo non si sa, i duri e puri, si fa per dire, vogliono la grande svolta, Taverna Paola guida questo corteo, il suo pensiero da dolce stil novo pare abbia prodotto la frase, risciacquata nel Tevere «li sfonnamo de brutto», un correzione gentile della promessa elettorale di Grillo: «apriremo il Parlamento come una scatoletta di tonno». Poi c'è l'«opinion-macer», Casalino che rispedisce tutte le male parole definendole macchina del fango. Il bignamino politico è modesto, una battuta goliardica dice che quando arrivano i primi caldi d'estate i Conte fanno sempre una stronzata, riferendosi all'Antonio allenatore di football che aspetta giugno luglio per sparigliare il tavolo, come appunto l'avvocato Giuseppe ma qui c'è poco da ridere.

La presa di coscienza, veramente politica, sarebbe quella di salvare il Paese da una crisi che non servirebbe a nessuno e invece il motivetto che piace tanto è quello che così facendo vincerebbero le destre (sempre al plurale e allora, come par condicio, facciamo le sinistre, ok?). Essere antisistema è una etichetta bella, una bandiera da sventolare, fa tendenza e propaganda ma quando è il momento della coerenza allora l'annuncio evapora, l'ex premier sostituisce la pochette con la mimetica, si va alla guerra come alla guerra, immagine che ammetto è inopportuna, Conte sembra essere un uomo solo e nemmeno al comando, si guarda alle spalle e si ritrova penultimo della fila ma resiste, resiste, resiste, almeno fino al fatidico 20 di luglio, giorno in cui, era il 1969, Neil Armstrong appoggiò il piede sulla luna e che, dopodomani potrebbe rappresentare il giorno in cui Draghi lascerà palazzo Chigi.

Sono gli scherzi della nostra piccola cronaca di regime, i marziani a Roma, ritornando a Flaiano, vivono a Campo di Marzio e in queste stesse ore stanno decidendo se restare sulla terra o decollare verso un altro pianeta. Non sa però chi possa essere il capo di questa missione spaziale.

Comunque verso tutte le direzioni.

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