Confindustria insiste sulla posizione critica: "Nel governo si nominino ministri inappuntabili"

Bonomi marca le distanze dal centrodestra e cerca di dettare l'agenda a Meloni

Confindustria insiste sulla posizione critica: "Nel governo si nominino ministri inappuntabili"

«Auspichiamo che si formi un governo inappuntabile nelle persone che lo compongono e fermo nella coerenza delle scelte necessarie per il Paese». Il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, nel suo intervento di chiusura del convegno dei Giovani imprenditori a Capri, ha confermato l'atteggiamento critico nei confronti del prossimo esecutivo di centrodestra.

Viale dell'Astronomia non firmerà nessun assegno in bianco sebbene la nuova maggioranza abbia un orientamento più favorevole alle imprese rispetto al Conte II, ad esempio, ma resta disponibile al confronto anche per orientare l'agenda di Meloni & C., a partire dai componenti del suo gabinetto. «Attendiamo con impazienza la formazione del governo per confrontarci», per presentare «la nostra visione», ha aggiunto Bonomi. I primi giorni della nuova legislatura», ha proseguito, rappresentano «un momento importante» anche per Confindustria, «per ragionare su analisi e proposte da trasmettere al futuro governo ed all'intera società italiana». La principale associazione degli industriali, ha ribadito, intende mantenere una «assoluta autonomia dell'azione da qualunque preferenza politica, partitica e di governo».

Se da un lato Bonomi ha rimarcato la volontà di essere altro e oltre rispetto al nuovo esecutivo, dall'altro lato Confindustria vuole «confrontarsi sulle misure urgenti di cui ha bisogno questo Paese e che dovranno essere affrontate». La to-do list degli imprenditori («la nostra visione per lo sviluppo del Paese, per lo sviluppo dell'industria, per lo sviluppo del lavoro») è nota da tempo: taglio della pressione fiscale sul lavoro sotto forma di abbassamento del cuneo e interventi immediati per abbassare il costo dell'energia, anche a costo di approvare uno scostamento di bilancio. «Convinti che senza industria non c'è Italia» e pronti «a criticare sempre, anche con durezza, le misure che non ci convincono». L'auspicio di Bonomi è che ci sia un governo «al più presto» perché ci sono da affrontare sfide «drammaticamente urgenti» e «i ministri dovranno conoscere bene la macchina pubblica e i dossier» in quanto «la situazione attuale non consente di perdere tempo».

Il sottinteso che pare di cogliere è l'invito al centrodestra a dotarsi di personalità con una forte competenza «tecnica» senza guardare alle quote destinate a ciascun partito della maggioranza. Confindustria, pertanto, è pronta alla contrapposizione nello spirito dell'ex presidente Sergio Pininfarina (leader degli industriali dal 1988 al 1992), ossia «dire tutto quello che non ci convince delle misure assunte dalla politica e che è contrario non al nostro interesse ma a quello dell'Italia».

Bonomi si è poi rivolto ai giovani dicendo: «Quando suonano le campane dell'emergenza, non abbiate timore di dire ciò che secondo voi sarebbe meglio per il Paese».

Però, nel giorno in cui Pierpaolo Bombardieri viene riconfermato segretario della Uil stilando un programma fatto di taglio del cuneo, aumento delle tasse sugli extraprofitti e lavoro stabile e attaccando la sinistra «riformista» di Renzi e Calenda, forse Confindustria farebbe meglio a ripensare la propria neutralità.

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