Confindustria incassa il decreto liquidità e il presidente Vincenzo Boccia (nella foto) dà atto ai ministri Gualtieri e Patuanelli di «aver conseguito un risultato importante sotto il profilo delle risorse e degli strumenti mobilitati a favore del sistema produttivo». Ma poi sottolinea come adesso sia importante «che queste risorse giungano con tempestività alle imprese». Non c'è solo il nodo dei tempi delle riaperture. Partita che le imprese hanno perso, almeno al primo round di ieri. Per viale dell'Astronomia è fondamentale che l'attuazione delle misure contenute nel Dl liquidità vadano in porto velocemente, in tempo per garantire la sopravvivenza delle aziende. Anche quelle grandi, alle prese con la crisi da Coronavirus.
Un via libera condizionato e legato al prossimo passo del governo, cioè il decreto di aprile. «Oggi più che mai - prosegue Boccia - occorre semplificare».
I prossimi fronti per la confederazione degli industriali sono impegnativi. C'è sicuramente il fisco. Poche speranze che il governo decida di prorogare di nuovo le scadenze fiscali, congelate per i mesi di aprile e maggio. Consapevoli che il ministero dell'Economia ha già mal tollerato il primo rinvio. In ballo c'è la tenuta della cassa dello Stato.
Ma ci sono ancora temi sui quali lavorare sul fisco e liquidità. Ad esempio, sui crediti di imposta, ci sono due fronti che stanno a cuore alle imprese in generale. Rimuovere il limite di 700mila euro sulle compensazioni dei crediti fiscali. E poi ottenere un'accelerazione dei rimborsi Iva.
Un altro fronte è quello di una detassazione delle somme che i datori versano ai dipendenti in cassa integrazione. Ci sono tanti casi, quello che ha fatto più scalpore è quello di Luxottica che ha reintegrato gli stipendi dei dipendenti, tagliando quelli dei dirigenti. Nell'immediato, comunque, la priorità è che la liquidità alle aziende arrivi veramente e che i prestiti siano concessi senza burocrazia e velocemente.
Esigenza sottolineata ieri anche da Conftrasporto-Confcommercio (oltre 30mila imprese trasporti e logistica rappresentate), il cui presidente Paolo Uggè, vede nel dl imprese il rischio di «non risolvere i problemi della gente e delle imprese. La liquidità necessaria dev'essere messa a disposizione subito, se non si vuole che le attività, soprattutto quelle medio-piccole, chiudano per sempre».
La versione definitiva del decreto liquidità ha deluso anche i professionisti iscritti a ordini professionali. Il decreto esclude dal bonus di 600 euro chi versa contributi alla cassa professionale e anche all'Inps.
È «l'ennesima dimostrazione della superficialità e della disattenzione con le quali la politica approccia le questioni legate all'universo dei liberi professionisti italiani», ha protestato Massimo Miani, presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti.
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