Politica

Malta respinge il barcone e lo dirotta verso la Sicilia

Confini colabrodo. La linea dura dei vicini

Pozzallo (Ragusa) - Seconda stella a destra, questo è il cammino. E poi dritto fino... alle coste siciliane. Così, magari usando altre parole, la Guardia costiera di Malta ha spedito dritto al porto di Pozzallo un barcone con 279 immigrati, tra cui 66 donne e 31 minori, persino un neonato di appena 20 giorni. L'imbarcazione è stata monitorata da due pattugliatori maltesi. Poi sono arrivati in supporto motonavi della Capitaneria di porto di Siracusa, di Pozzallo e il rimorchiatore d'altura Nos Taurus che hanno scortato il natante fin dentro il porto di Pozzallo, dove ha fatto ingresso alle 21.40 della vigilia di Ferragosto.

«La nostra imbarcazione stava procedendo in direzione Malta – hanno raccontato gli immigrati -. I maltesi ci hanno rifocillato con acqua e biscotti e ci hanno accompagnati in acque territoriali italiane». Se si pensa che gli immigrati nell'isola dei Cavalieri non ci vogliono andare, «perché temono il carcere», specie gli scafisti, e che i maltesi indicano con nonchalance le coordinate per l'Italia, persino preoccupandosi di scortare il natante stracolmo di gente in acque territoriali italiane, allora la comunità di intenti è più che trovata. Malta gentilmente li accompagna indicando la strada sicura per le coste siciliane. Non si dica che li abbandona a se stessi in mare. L'Italia con altrettanta gentilezza li accoglie nelle proprie strutture.

Ed eccoci a Pozzallo, dove gli immigrati sono stati trasferiti al Cpsa (Centro di primo soccorso e accoglienza) poco prima svuotato con trasferimenti di immigrati in charter e in autobus per il Centro Nord. La mobile di Ragusa, che ha raccolto le testimonianze di tutti i passeggeri di questa traversata, ha arrestato gli scafisti. Sono due tunisini di 28 e 24 anni. Il primo non è nuovo a questo genere di reati. È già stato in Italia e ha precedenti specifici tanto che gli investigatori lo considerano scafista «d'esperienza». E non è l'unico che, fattosi ormai i calli, fa va e vieni in Italia. Poche ore prima a Pozzallo erano giunti 250 immigrati da Porto Empedocle dove, dopo lo sbarco, non c'erano posti. A Pozzallo intanto si cercava di sistemare i 279 nuovi arrivati. Del resto il loro sbarco non era affatto previsto, in quanto il recupero è stato fatto in acque italiane e non come ultimamente avviene in acque internazionali vicine alla Libia. È stato un Ferragosto «caldo» sul fronte degli sbarchi. A Reggio Calabria sono arrivati 212 immigrati salvati dal pattugliatore Borsini della Marina militare da un barcone con a bordo anche un cadavere. In manette lo scafista, un giovane del Mali. A Napoli ne sono arrivati ben 1.004. I numeri dei giorni precedenti sono vertiginosi, come quelli sciorinati dal ministro dell'Interno Angelino Alfano a Lampedusa, quando tre giorni fa ha ringraziato tutte le forze impegnate in Mare nostrum, assicurando che dal prossimo ottobre ci sarà una staffetta di responsabilità dall'Italia all'Europa.

E sarebbe anche l'ora.

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