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Congresso Partito radicale, vincono gli ultrà pannelliani

Il Congresso straordinario Radicale su chiude con la vittoria, con 178 voti a favore, della mozione presentata da Maurizio Turco. Sconfitta, con 79 voti a favore, la mozione presentata da Marco Cappato

Maurizio Turco, tesoriere del Partito radicale
Maurizio Turco, tesoriere del Partito radicale

Il primo congresso del Partito Radicale dopo la morte di Marco Pannella si è svolto nel carcere di Rebibbia, a Roma. Ha vinto la linea portata avanti da Maurizio Turco, tesoriere del partito e promotore del congresso straordinario, con 178 voti a favore. La mozione opposta, presentata da Marco Cappato (vicino a Emma Bonino), si è fermata a 79 voti. A margine della votazione Turco ha spiegato di essere "venuto in questo Congresso per trovare dei compagni con cui condividere delle lotte, quelle di Marco Pannella. E li ho trovati".

Nella mozione Turco si afferma, tra l’altro, che "il Congresso del Partito Radicale, prendendo atto che condizione minima, tecnica e politica, per l’esistenza e l’attività del partito è il rientro dal debito, pone l’obiettivo del raggiungimento di 3000 iscritti nel 2017 e altrettanti nell’anno successivo. Per il raggiungimento di questo obiettivo, decide di affidare alla presidenza del 40° Congresso straordinario, con il coordinamento di Rita Bernardini, Antonella Casu, Sergio D’Elia e Maurizio Turco, la responsabilità di assumere tutte le iniziative necessarie.

Maurizio Turco assume la rappresentanza legale del partito e quella di tutte le attività economico finanziarie. Il Congresso - si legge ancora nella mozione Turco - stabilisce che la quota minima di iscrizione è di 200 euro e quella consigliata di 500 euro. Delibera di sospendere gli organi di cui all’articolo 2 dello Statuto, eccezion fatta per il Congresso ordinario biennale e di affidare la revisione contabile a un revisore legale esterno. Il Congresso delibera che ove non si realizzino le condizioni minime richieste, siano attivate tutte le procedure atte alla liquidazione dell’attività del partito. Qualora tali condizioni si realizzino, delibera di convocare il Congresso ordinario entro 90 giorni dal raggiungimento dell’obiettivo".

La storia radicale non si ferma e riparte, così come altre volte nell'era Pannella, dalla ricerca degli iscritti. Perché un partito, qualunque esso sia, per vivere ha bisogno delle idee ma anzitutto dei militanti (e dei loro contributi).

Scissione in vista? Vedremo

Il congresso si era aperto con il voto sul regolamento e sull’ordine dei lavori: schiacciante maggioranza a favore dei promotori del Congressi, con la bocciatura degli emendamenti presentati dai dirigenti e dagli esponenti di Radicali italiani. "La componente legata a Riccardo Magi, segretario di radicali italiani, si legge sempre nella nota, chiedeva che al tavolo di presidenza siedessero anche i dirigenti delle associazioni costituenti del partito Radicale, tra i quali lo stesso Magi. Ma i congressisti - si legge ancora - hanno votato contro, appoggiando la decisione della presidenza composta da Maurizio Turco, d’Elia, Casu, Zamparutti".

Molto dura la frase con cui il tesoriere del partito, Maurizio Turco, ha detto che "chi ha la fregola di inseguire Renzi con il piattino in mano non sarà certamente ostacolato da noi. Noi continuiamo a perseguire quell’idea di forza alternativa al potere". Tensioni, fra le due anime del partito, anche quando gli iscritti sono stati chiamati ad approvare il bilancio. Nella seconda giornata di lavori del Congresso l’assemblea ha approvato a stragrande maggioranza il bilanciopresentato da Turco. Respinto, si legge in una nota, l’invito a votare contro avanzato da Valerio Federico, tesoriere di Radicali Italiani.

Ma sui soldi - e sui beni - i radicali continuano a litigare. Si divideranno (anche) per questo? "Gli iscritti ai soggetti radicali - lamenta valerio Federico - non hanno, ormai da molti anni, alcuna funzione di controllo sul patrimonio materiale, Radio e sede, su simboli e archivi storici. Venuta meno la garanzia di Marco Pannella va assicurata ai Radicali tutti la titolarità rispetto alle decisioni sugli strumenti utili all'iniziativa politica".

Cappato e Magi, intanto, assicurano che nonostante le divisioni in seno al partito non vi sarà alcuna scissione. "La maggioranza dei congressisti ha accolto la proposta dei convocatori di sospendere lo statuto del Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito e di affidare tutti i poteri a un gruppo di dirigenti radicali rappresentativi solo di alcuni dei nostri fronti di iniziativa. È una soluzione che toglie forza al partito, ma che non porterà ad alcuna scissione. Siamo certi - proseguono - che questi poteri straordinari saranno utilizzati dai
nostri compagni per portare avanti battaglie di libertà che condividiamo, e alle quali parteciperemo, e non impossibili regolamenti di conti".

E sull'agenda politica nazionale rilanciano la sfida: "Noi andiamo avanti e continuiamo a lavorare a partire dalle iniziative già in corso, come la raccolta firme sulla legge popolare sulla cannabis legale, e diamo appuntamento ai Congressi dell'associazione Luca Coscioni, dal 30 settembre al 2 ottobre, e di Radicali italiani ai primi di novembre".

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