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Il consigliere gay della Lega: "Le parate arcobaleno? Solo propaganda politica"

Leghista e omosessuale, il consigliere di Casalecchio di Reno, Umberto La Morgia, attacca le manifestazioni LGBT: "Dal vilipendio dei simboli religiosi ai cori contro Salvini, al gay pride solo propaganda e strumentalizzazioni"

Il consigliere gay della Lega: "Le parate arcobaleno? Solo propaganda politica"

A cinquant’anni dalla nascita del movimento per i diritti dei gay, le sfilate arcobaleno colorano le città d’Italia. Ma gli eccessi delle parate LGBT non trovano tutti d’accordo. Umberto La Morgia, consigliere leghista di Casalecchio di Reno, roccaforte rossa di 36mila abitanti che fa parte della città metropolitana di Bologna, su questo non ha dubbi: “Altro che diritti, dal vilipendio dei simboli religiosi ai cori contro Salvini i gay pride sono sempre più veri e propri strumenti di propaganda politica”. Trentenne romano trapiantato nel capoluogo emiliano non fa mistero della sua omosessualità e al suo esordio in politica è stato il più votato nelle file del partito di Matteo Salvini.

Si può essere contemporaneamente gay e di destra?

Certo, ce ne sono moltissimi e non si sentono rappresentati dai gay pride e dalle associazioni gay ideologizzate e politicizzate. Il fatto che gli omosessuali debbano essere per forza di sinistra è uno stereotipo datato. Ho scelto di candidarmi con la Lega perché oggi è l'unico partito che ha a cuore il bene degli italiani e sono stato subito ben accolto. Qui a nessuno interessano i tuoi gusti sessuali, non è proprio un argomento di conversazione e dovrebbe essere così ovunque.

Alcuni esponenti della Lega però sono stati accusati di omofobia…

Il termine omofobo ormai viene utilizzato in modo strumentale per censurare il pensiero altrui: non mi risulta ci sia una gran paura degli omosessuali in giro. E se hanno bollato come omofobi anche Dolce e Gabbana pensate a che punto siamo arrivati.

Perché non ha partecipato al gay pride di ieri a Bologna?

Perché non sono più momenti di festa o di espressione di sé, ma sono diventati strumenti di propaganda politica: dai cartelli con la Madonna che schiaccia la testa di Matteo Salvini, a quelli con scritto “Gesù ha due papà”, fino alle magliette contro la Polizia. Mi chiedo con quale faccia queste persone si spaccino per paladini della tolleranza e dell’amore se poi ci riservano tutto questo odio. E poi trovo anacronistico parlare di “gay” come se si trattasse di una razza o di una merce. Non siamo panini da divorare. Le persone sono persone e non si possono ridurre in categorie, etichette, ghetti, contenitori omologanti.

Pensa che a tre anni dalla legge sulle unioni civili ci sia bisogno di un passo ulteriore, magari verso le adozioni per le coppie arcobaleno?

Ritengo che sia già stato fatto abbastanza. C’è chi chiede più uguaglianza e più equiparazione, ma non capisco perché si voglia a tutti costi scimmiottare il modello della famiglia tradizionale. C'è un controsenso nel voler da un lato valorizzare la diversità e dall’altro chiedere totale uguaglianza. In una coppia omosessuale possono nascere amore e sentimenti, ma non figli. Questa non è discriminazione, è la realtà delle cose. Si parla tanto di accettazione di sé e allora bisogna anche avere il coraggio di dire che se sei omosessuale ti accetti e accetti anche che dalla tua unione non possono nascere figli.

Quindi non è d’accordo con chi critica il ddl Pillon?

Prima di parlare di adozioni arcobaleno, vorrei vedere se tutte le coppie etero che hanno fatto richiesta sono riuscite ad adottare. Le figure di padre e madre per me restano fondamentali. La famiglia è una cosa seria e mi sembra una grande cattiveria privare un bambino del diritto di avere un padre maschio e una madre femmina. Chiedere una legittimazione in virtù di casi-limite e prendendo come modello situazioni anomale o di disgrazia è retorica di basso livello. Si parla tanto di diritti, ma sempre dei diritti del più forte. Qui i diritti veri in ballo sono quelli del bambino, che è la parte più debole.

È contrario anche alla maternità surrogata?

L'utero in affitto è barbarie, non è progresso. I bambini non si comprano e fare “shopping” di figli sfruttando la condizione di povertà di alcune donne è veramente triste. Come anche chi usa le banche del seme per diventare madre di una persona che non saprà mai chi è suo padre. Questa è violenza: un figlio non è un diritto, è un soggetto di diritto.

Magari è stato anche al Family Day?

No, ma anche se fosse non ci sarebbe nulla di male.

A Verona non è stato detto nulla di sconvolgente, e poi fatemi capire, i gay pride si possono fare e i Family Day no? Questa sedicente comunità gay trova qualsiasi pretesto per fare la vittima della situazione e soprattutto per mettere a tacere chi non la pensa allo stesso modo. Questi sarebbero i democratici contro l'odio?

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