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Consulente inguaia De Luca. Pagato coi soldi per Procida

Quasi 44mila euro alla società di un fedelissimo. La Lega: la cultura serve a far mangiare gli amici

Consulente inguaia De Luca. Pagato coi soldi per Procida

Arturo e la Morante, il Postino e Troisi, il fascino struggente di un'isola selvaggia piazzata in un mare attraversato dalla storia. E poi il profumo dei soldi. Eh sì, perché dietro Procida «Capitale della Cultura 2022» ha viaggiato un bel fiume di finanziamenti, volte a sostenere la lunga serie di eventi che hanno accompagnato questi mesi. Robusti finanziamenti - oltre due milioni di euro - provenienti dalle casse della Regione Campania, regno di Vincenzo De Luca che della nomina di Procida è stato il principale sostenitore. E che, si scopre ora, finiscono anche nelle tasche dell'associazione presieduta dallo stesso manager messo dal Comune e dalla Regione (ovvero dallo stesso De Luca) alla direzione di «Procida Capitale».

Morale della favola: «Con la cultura si fanno mangiare gli amici. È evidentemente questa l'idea di Vincenzo De Luca», dice Severino Nappi, consigliere regionale leghista. Che nelle carte dell'evento procidano ha trovato la singolare storia dell'evento denominato «Happening of Human Books», affidato da Procida Capitale ad un ente napoletano. La descrizione dell'evento merita di essere riportata per esteso: «Una biblioteca vivente che mette insieme la comunità, il territorio e la narrazione. Centinaia di cittadini si trasformeranno in altrettante pagine dell'Immortale il primo racconto dell'Aleph di Jorge Luis Borges, un capolavoro sul tema dell'isolamento, del viaggio e della ricerca dell'immortalità». Cosa c'entri Procida con Borges, ricerca dell'immortalità a parte, non è chiarissimo. Ma il progetto viene inserito al primo punto degli eventi. E il 16 giugno 2022 il responsabile di Procida Capitale, Giovanni Marino, delibera l'affidamento dell'evento alla associazione «detentore e soggetto attuatore del progetto Happening of Human Books», al costo di 43.859 euro Iva compresa. Si tratta della «Associazione culturale Officinae Efesti, con sede in Napoli alla via Veterinaria 62». Qui la faccenda si complica. Perché dietro Efesti c'è un «cultural manager» che si chiama Agostino Riitano, da sempre nell'orbita della sinistra partenopea. Lo stesso Riitano che la «cabina di regia» su Procida Capitale ha designato alla direzione del progetto fin dalla nascita, che nel 2019 ha avanzato la candidatura accolta l'anno dopo dal ministro pd della Cultura Dario Franceschini (nel frattempo il ministro, visto che c'era, ha anche nominato Riitano nel comitato scientifico del Museo archeologico nazionale). Sui rapporti stretti tra Officinae Efesti e Riitano non sembrano esserci dubbi. Nel proprio profilo Riitano inserisce al primo posto «fonda nel 2003 Officine Efesti», e sul sito dell'associazione Riitano è tutt'ora indicato come «vicepresidente e socio fondatore».

Nel provvedimento che assegna il finanziamento a Efesti di questo conflitto di interessi non viene fatta menzione, ci si limita a dire che il «progetto artistico è unico ed è pensato specificatamente per Procida», quindi non serve cercare altrove.

Commenta Severino Nappi: «Si sperperano denari in operazioni clientelari, nell'indifferenza anche di chi dovrebbe istituzionalmente controllare l'utilizzo dei fondi pubblici».

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