Coronavirus

Contagi Covid in risalita. Mascherine al chiuso, è presto per dire basta

I dati settimanali mostrano un aumento dei casi (+1,5%). Preoccupa il flop di Novavax

Contagi Covid in risalita. Mascherine al chiuso, è presto per dire basta

Confermato un lieve aumento dei nuovi casi di Covid nella settimana dal 2 all'8 marzo: più 1,5%. Sarebbe prematuro però pensare all'inizio di una nuova ondata anche perché in numeri assoluti l'incremento è minimo.

Possibile si tratti di un «rimbalzo» riflette Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe commentando il Report settimanale. L'attenzione però non deve scendere: sarebbe «pura follia pensare di abbandonare l'utilizzo delle mascherine al chiuso». Proprio ieri il presidente Usa, Joe Biden, ha deciso di prolungare l'obbligo di mascherina sugli aerei per un altro mese. L'obbligo sarebbe scaduto il 18 marzo.

Oltre al lieve incremento dei contagi preoccupa il flop di Novavax. È stato deluso l'auspicio che lo zoccolo duro dei no vax superasse l'ostilità nei confronti dei vaccini grazie all'arrivo di Novavax. È ancora senza copertura quasi un milione di over 50. Tra questi la maggioranza tra i 50 ed i 59 anni: oltre 800mila persone.

Il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, resta ottimista. «Il 31 marzo termina lo stato di emergenza e non vediamo il rischio per una proroga.-dice Sileri- Al tempo stesso si procederà a progressivi e veloci allentamenti delle varie regole legate ai tre perni della lotta al virus: distanza, mascherine e vaccino».

È il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, ad annunciare che la prossima settimana il governo licenzierà la road map che cancellerà progressivamente tutte le misure restrittive: obbligo vaccinale e green pass compresi.

Ma per Gimbe i dati non possono essere equivocati: con una media di 40mila casi al giorno la pandemia non è finita. Nonostante la diminuzione progressiva dei tamponi effettuati l'incidenza è all'11,4%. I prossimi dieci giorni saranno cruciali per capire se ci troviamo davvero di fronte ad una nuova ondata.

Ma il bollettino quotidiano non porta cattive notizie. Sono 54.230 nuovi casi di contagio e 136 i decessi. Con 453.341 tamponi processati il tasso di positività sale al 12%. Sono invece 545 i pazienti ricoverati in terapia intensiva, 18 in meno rispetto a due giorni fa. Gli ingressi giornalieri sono 48. I ricoverati nei reparti ordinari sono 8.414, ovvero 161 in meno. Per la prima volta dall'inizio dell'anno scende sotto il milione il numero di persone attualmente positive: 971.155, meno 30.767 nelle ultime 24 ore.

In numeri assoluti l'aumento settimanale è lieve: 279.555 contro i 275.376 dei 7 giorni precedenti. I decessi invece sono in calo, 1.201 contro 1.488. E scendono anche i casi attualmente positivi, 1.011.521 contro 1.073.230; le persone in isolamento domiciliare, 1.002.153 rispetto a 1.062.066). Anche le ospedalizzazioni hanno il segno meno. In reparti ordinari sono 8.776 contro 10.456; in terapia intensiva sono 592 contro 708 pari ad un meno 16%. La media mobile a 7 giorni sale dai 39.339 casi del 1° marzo a 39.936 l'8 marzo, più 5,8%. L'andamento non è omogeneo in tutte le Regioni. L'incremento si registra nell'Umbria, più 37,4%; Valle d'Aosta 22%; Calabria 16,9. In calo invece nel Lazio, meno 12,7%, e anche in Lombardia anche se la discesa è meno incisiva, meno 2,7%. Sono 48 le province con incidenza superiore a 500 casi per 100.000 abitanti. Lecce in testa con 1.035 casi; Agrigento, 924; Reggio di Calabria, 920; Messina, 906.

Le ospedalizzazioni restano molto lontane dalle soglie di occupazione che alzerebbero il livello di rischio e sono ancora in discesa. In area medica si registra un meno 16,1%, in terapia intensiva un meno 16,4%. Terapie intensive ben lontane dal picco di 1.717 posti letto occupati da pazienti Covid del 17 gennaio: i ricoveri scendono a 592 l'8 marzo. Nei reparti ordinari dal picco di 19.913 casi del 31 gennaio i posti Covid sono scesi a 8.776. Il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti Covid è del 13,5% in area medica e del 6,2% in area critica.

A preoccupare è il calo dei nuovi vaccinati. L'arrivo del vaccino basato su un meccanismo più sperimentato, Novavax, non ha avuto l'impatto sperato: nella settimana dal 2 all'8 marzo è stato registrato un ulteriore calo dei nuovi vaccinati: 29.474 rispetto ai 39.

036 della settimana precedente, meno 24,5%.

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