Crescono i casi di Covid-19, ieri 14.218 rispetto ai 13.659 di giovedì, il dato più alto dell'ultima settimana. Sale anche il tasso di positività, che è del 5,26 per cento tenendo conto dei tamponi totali e del 9,57 se si tiene conto dei soli test molecolari, gli unici a essere considerati fino a qualche settimana fa. I morti sono stati 377, i ricoverati passano da 21.894 a 21.717 (-177), i positivi in terapia intensiva da 2.151 a 2.142 (-9).
La curva si appiattisce, è un momento in cui bisogna essere vigili. «Ci troviamo di fronte a una situazione di decremento lentissimo, fondamentalmente una situazione di stabilità», dice Silvio Brusaferro, presidente dell'Istituto Superiore di Sanità, durante il punto stampa della cosiddetta Cabina di regia, nel corso del quale si è fatto il bilancio dei dati settimanali. Dati che vedono otto territori con un numero di contagi dell'ultima settimana (dal 30 gennaio a ieri): si tratta dell'Alto Adige, passato dai 3.381 casi della settimana dal 23 al 29 gennaio ai 4.419 dei sette giorni conclusi ieri, della Campania (da 7.571 a 9.428), della Toscana (da 3.439 a 3.899), dell'Abruzzo (da 1.819 a 2.409), dell'Umbria (da 2.012 a 2.222), della provincia autonoma di Trento (da 1.255 a 1.293) e del Molise (da 438 a 520). Questo in un quadro nazionale passato da 87.567 a 82.618, con 138,52 nuovi contagi ogni 100mila abitanti.
L'Rt a livello nazionale risulta fermo allo 0,84. Ma questo dato presenta variazioni da regione a regione e influisce sul colore con cui ciascuna viene classificata. L'unica modifica rispetto al quadro precedente è la «promozione» della Sardegna dall'arancione al giallo. Le regioni in arancioni sono Puglia, Sicilia, l'Umbria che però è sull'orlo della zona rossa e la provincia autonoma di Bolzano, che come detto presenta al momento dati talmente allarmanti da avere spinto il presidente della provincia a istituire un lockdown rigido da lunedì prossimo e per tre settimane. Umbria e Bolzano «hanno un Rt puntuale maggiore di 1 anche nel limite inferiore compatibile con uno scenario di tipo 2», si legge nel report dell'Iss. Il direttore generale della Prevenzione del ministro della Salute Gianni Rezza ipotizza la creazione di zone rosse all'interno dei vari territori in cui dovessero verificarsi focolai di varianti del virus, con mini-lockdown temporanei. Si parla di alcuni comuni in provincia di Chieti per la variante inglese e di alcuni comuni nel Perugino per quella brasiliana,
Nel report dell'Iss, relativo alla settimana dal 25 al 31 gennaio (e quindi di qualche giorno più vecchi rispetto a quelli elaborati da noi), si legge che «in questa fase delicata dell'epidemia, questi iniziali segnali di contro-tendenza potrebbero preludere a un nuovo rapido aumento diffuso nel numero di casi nelle prossime settimane, qualora non venissero rigorosamente messe in atto adeguate misure di mitigazione sia a livello nazionale che regionale». Preoccupa in particolare il possibile sovraccarico dei servizi sanitari in alcune regioni.
Sono sempre otto le regioni che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva e/o aree mediche sopra la soglia critica del 30 per cento, che come media nazionale è del 26. Interessante anche il dato sull'età media dei positivi, costantemente sotto i 50 anni. Oltre il 50 per cento dei positivi sono asintomatici.
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