A Giuseppe Conte è venuta la sindrome della piazza. L'ultimo sintomo in ordine di tempo emerge dall'intervista rilasciata al Der Spiegel: «Se Giorgia Meloni deciderà di fare una politica reazionaria e se pensa di fare asse politico con Viktor Orban, i suoi amici a Varsavia o la destra estremista di Vox, il Movimento Cinque Stelle lo impedirà con tutte le sue forze». Da quando ha disarcionato il governo di Mario Draghi, il capo grillino, già «punto di riferimento fortissimo dei progressisti», ha scoperto il girotondismo. Questo, per l'ex presidente del Consiglio, è il momento di tenersi a distanza di sicurezza dalla crisi del Pd, cercando di creare più distinguo mediatici possibili per rubare metri di spazio politico. Lo stesso Pd con cui tuttavia Conte stringe accordi per blindare le vicepresidenze d'Aula e gli incarichi istituzionali che spettano all'opposizione. Dietro il sipario, Giuseppi prepara il terreno alla rimpatriata con il Nazareno, sulla scena rivendica una leadership autonoma di sinistra. E la minaccia di piazza, per così dire, è uno strumento cardine della sinistra benpensante. Gli appuntamenti riempiono così il calendario: il 22 ottobre l'assemblea con la sinistra post-piddina, Stefano Fassina e Alfonso Pecoraro Scanio in testa, il 5 novembre la manifestazione «Vogliamo la pace», in piazza Vittorio Emanuele II, a Roma. E ora anche la ventilata mobilitazione contro Giorgia Meloni: un annuncio che arriva persino prima dell'insediamento del governo. L'ex premier gialloverde (il periodo sovranista) e giallorosso (il periodo social-democratico) guarda ora allo spazio occupato dagli ecologisti anti-riformisti. Così incontra i Verdi a Bruxelles: l'idea è quella di costituire un gruppo parlamentare unitario in Unione europea. Philippe Lambert, il vertice dei Verdi d'Europa, è già stato a Roma durante la scorsa estate. Ora l'ex «avvocato degli italiani» cerca un incontro a Bruxelles per chiudere il cerchio. L'avvocato originario di Volturara Appula non vuole commettere l'errore del predecessore Luigi Di Maio, che è rimasto senza riferimenti nelle famiglie politiche europee. L'alleanza con i Verdi può dare il via al periodo del Conte ambientalista. Fratelli d'Italia, con il capogruppo alla Camera dei deputati Francesco Lollobrigida, replica al vertice del Movimento 5 Stelle: «Invece di annunciare strumentali e pretestuose mobilitazioni contro Giorgia Meloni e Fratelli d'Italia, premiati dai cittadini in libere elezioni e in base a un programma e a un posizionamento chiaro, coerente e saldamente ancorato ai valori di una democrazia avanzata e compiuta, Giuseppe Conte - insiste il meloniano - spieghi piuttosto i rapporti quanto mai opachi e ambigui del movimento da lui guidato con il Venezuela di Maduro e la Cina di Xi Jinping.
Nazioni che certamente non possono essere definite come un fulgido esempio di tolleranza e democrazia in materia di diritti fondamentali». L'unico periodo che Conte non riesce a oltrepassare è del resto quello populista: quella è una fase che appare insuperabile.
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