Roma - Non ci sono solo le diffidenze e gli scontri sui grandi temi a dividere grillini e leghiste. Ci sono divergenze più sotterranee, piccole, ma non meno importanti. Si tratta di posti di potere o di diversa idea dello Stato. È quello che sta accadendo nella pubblica amministrazione, la macchina burocratica che rappresenta il motore grigio, e non sempre efficiente, del Paese, quella che poi è il volto pratico con cui si ritrova a fare i conti il cittadino qualunque. Sono decenni che tutti i governi parlano di cambiare e innovare questo pachiderma, ma l'impresa sembra sempre di quelle impossibili. L'ultimo che ci ha provato è Diego Piacentini, fino a pochi giorni fa Commissario straordinario all'Agenda Digitale (presso la presidenza del Consiglio). Per due anni, dopo aver lasciato i vertici di Amazon, ha cercato di vincere una delle scommesse più difficili. Non ci è riuscito. Si è arreso e ha scritto una lettera a Giuseppe Conte in cui racconta e spiega cosa realisticamente si può fare. Piacentini, pur nominato dal precedente governo, non dispiace ai Cinque Stelle. Tanto è vero che il suo successore è stato indicato da lui: Luca Attias, già responsabile del settore innovazione alla Corte dei Conti. Nel suo rapporto Piacentini scrive che l'Agenzia per l'Italia Digitale (Agid) è inadeguata a gestire i grandi progetti di trasformazione digitale e l'unica via è ridurne funzioni e responsabilità. È troppo grossa, costa parecchio e non ha la forza politica per risolvere i problemi che ci sono. È, appunto, una resa. Il problema è che Giulia Bongiorno, ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione, ha detto qualche tempo fa l'esatto contrario: ci serve un'Agid più forte. Questa divergenza di visione, tra il commissario (che risponde al premier e la cui proroga è stata sostenuta dal M5S) e la Funzione Pubblica (in quota Lega)-Agid è ancora da risolvere.
E ha le potenzialità di paralizzare o rallentare il lavoro necessario a dare a cittadini e imprese una amministrazione pubblica migliore. Resa più funzionale grazie al digitale. Non solo: nasconde un conflitto tra la presidenza del conflitto e il ministero, tra Cinque Stelle e Lega.
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