Conte ha incontrato Siri e prende tempo: "Pazientare"

Ieri sera il colloquio tra Conte e Siri, oggi a Tunisi il confronto coi vicepremier: nelle prossime ore una decisione sulle eventuali dimissioni del sottosegretario indagato

Conte ha incontrato Siri e prende tempo: "Pazientare"

Sembrava dovesse slittare a oltranza. E invece il faccia a faccia tra Giuseppe Conte e Armando Siri ci sarebbe già stato. Secondo fonti di maggioranza, infatti, il premier avrebbe incontrato il sottosegretario ai Trasporti indagato ieri sera.

Ma nulla si sa - per ora - sull'esito del colloquio. Sul tavolo c'è la possibilità che il leghista possa rassegnare le dimissioni (come chiesto a gran voce dai 5 Stelle) o sospendere le sue funzioni in attesa di un maggiore chiarimento sulla sua posizione da parte della procura. Stando a quanto riportato da l'Huffington Post, Conte avrebbe chiesto a Siri un passo indietro assicurandogli un "reintegro" nel caso dovessero cadere le accuse.

La questione, in ogni caso, viene discussa anche stamattina sull'aereo che porta il capo del governo e il vicepremier Matteo Salvini a Tunisi. Poi è probabile che il confronto si allargherà anche a Luigi Di Maio, nella capitale tunisina già da ieri sera.

Ci si aspetta una decisione nelle prossime ore, anche se il premier prende ancora tempo: "Mi chiedete quotidianamente di Siri", dice il premier ai giornalisti che gli chiedono un commento, "Ho annunciato con trasparenza i principi del mio percorso. Vi chiedo di pazientare il termine. Si assumerà una decisione e verrà comunicata a tutti. Sono disponibile a conferenza stampa quando la decisione verrà adottata. Siamo nel pieno di un percorso. La mia giacca non si lascia tirare più di tanto".

Siri è indagato per presunta corruzione: secondo i magistrati avrebbe infatti tentato di inserire nel decreto crescita un emendamento che avrebbe favorito le aziende del "re dell'eolico" Vito Nicastri attraverso una presunta tangente da 30mila euro versata dal professore genovese Paolo Arata.

Il Movimento 5 Stelle non molla e chiede che il sottosegretario lasci il suo posto. "Quando c'è un'inchiesta è giusto che una forza politica si interroghi, e valuti per esempio la gravità dell'indagine portata avanti per fare le proprie scelte", ha detto il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, all'emittente toscana Italia 7, "Sono garantista, però l'indagine di cui parliamo è un'indagine grave, perché parliamo di corruzione, di collegamenti con la mafia. Le persone coinvolte sono presunte innocenti, non ci sono dubbi, però il ruolo di sottosegretario è un ruolo molto importante. Lo ripeto, non entro nel caso singolo, non entro nelle carte dell'inchiesta, però voglio chiarire che non si parla di una questione di giustizia, di essere innocente o di essere colpevole: si parla di una questione morale".

E il capogruppo grillino in Senato, Stefano Patuanelli, ha ribadito: "A prescindere dalla questione penale e giuridica, il sottosegretario Siri ha fatto presentare quegli emendamenti.

Che siano stati approvati o no conta poco", incalza, "Io credo che debba mettersi da parte per un periodo, chiarire la sua posizione. Siamo fiduciosi che possa chiarire. Le dimissioni? Noi riteniamo sia la strada giusta".

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