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"Conte ha perso tempo: pensa alla comunicazione e non ai veri problemi"

Il governatore del Molise Donato Toma, intervistato in esclusiva da ilGiornale.it, critica l'operato del premier: "Tiene conto solo delle esigenze comunicative. Ecco tutti i controsensi del Dpcm di Natale"

"Conte ha perso tempo: pensa alla comunicazione e non ai veri problemi"

Una strategia d'azione modulata tenendo in considerazione solamente gli aspetti della comunicazione: questa la critica che Donato Toma ha sollevato nei confronti del premier Giuseppe Conte. Il governatore del Molise in quota Forza Italia, nell'intervista rilasciata in esclusiva a ilGiornale.it, ha sottolineato tutti gli aspetti negativi riscontrati nei dialoghi con il governo in questi mesi di emergenza. Momenti importanti che, stando al suo giudizio, sono stati sprecati per concentrarsi su "falsi obiettivi" piuttosto che sulle vere problematiche. E ha parlato anche del Dpcm da poco varato in vista delle festività di fine anno, denunciando che i piccoli centri rischiano di essere penalizzati rispetto alle grandi città. Uno sguardo infine alle imminenti prime somministrazioni del vaccino per fermare la diffusione del Coronavirus.

Presidente Toma, è evidente che sarà un Natale diverso rispetto a quelli a cui siamo stati abituati. Che impressione si è fatto del nuovo Dpcm?

"Sarà un Natale che purtroppo ci ricorderemo tutti. Il nuovo Dpcm ha tanti limiti, che hanno evidenziato tutti i presidenti di Regione, anche quelli del Pd. È mancato il confronto e sono state penalizzate le aree interne, come sempre".

Eppure il premier Conte a novembre aveva chiesto agli italiani qualche altro sacrificio per poi passare un Natale con maggiore libertà. Purtroppo così non sarà. Come valuta l’operato del governo nel fronteggiare la seconda ondata del Coronavirus?

"La situazione è complessa e il governo agisce con una visione di breve termine. Anche tra i tecnici non vi è comunione di intenti. La verità è che la seconda ondata è stata gestita con l'obiettivo primario di non sospendere l'attività didattica in presenza e ciò non è sempre compatibile con le esigenze di prevenzione sanitaria".

A proposito, crede che il presidente del Consiglio abbia dato i giusti poteri ai governatori per salvaguardare le proprie Regioni? Al suo posto cosa avrebbe fatto?

"In Molise la Sanità è commissariata. Il Commissario è stato scelto dal governo. E ha pieni poteri sulla sanità molisana, purtroppo. Ho chiesto invano di essere nominato commissario, ma il governo ha preso un'altra strada. Che non ha prodotto risultati. Pensi che il primo piano Covid del commissario di governo è stato bocciato dal governo stesso... Io avrei da giugno messo in piedi ogni misura per aumentare i posti in terapia intensiva. E invece abbiamo perso mesi preziosi".

In questi mesi che tipo di rapporto ha avuto con l'esecutivo giallorosso? Le richieste delle Regioni sono state effettivamente accolte oppure Conte si è limitato ad appellarsi alla responsabilità istituzionale solamente davanti le telecamere?

"Guardi, la collaborazione è seria e leale, soprattutto con il ministro Speranza. Il problema è che dopo il confronto, il governo spesso prende decisioni dettate più da esigenze comunicative che da analisi fattuali. Io - come i miei colleghi presidenti di Regione - sono sul territorio, mi confronto con i medici e i malati. Il nostro punto di vista è più concreto di chi è a Roma".

Torniamo alla questione Natale. Come giudica la decisione di vietare gli spostamenti tra Comuni nei giorni di festività? Teme che i piccoli centri possano essere penalizzati rispetto alle grandi città?

"Che senso ha non poter andare da un piccolo Comune a un altro nel mio Molise, magari confinanti, e invece poter fare decine di chilometri nelle grandi città, che hanno anche una enorme densità abitativa? È un non senso".

Il ministro dell’Interno Lamorgese ha annunciato che durante il periodo natalizio saranno in campo ben 70mila agenti per controllare i comportamenti dei cittadini. La ritiene un’azione corretta o esagerata?

"Ma davvero qualcuno crede che si possano controllare tutti i confini intracomunali? Il Molise ha 136 Comuni. Se vengono migliaia di forze dell'ordine a presidiare il territorio, sono solo contento. Ma so bene che si tratta solo di 'comunicazione'...".

Il suo collega del Veneto, Luca Zaia, ha rimproverato al governo l’assenza di una massiccia campagna di comunicazione contro gli assembramenti. Lei è d'accordo?

"Sì, a Roma si preferisce concentrarsi su 'falsi obiettivi'. Lo sci, i ristoranti, gli alberghi. E invece andava fatta una massiccia campagna di sensibilizzazione e di responsabilizzazione delle famiglie. Che saranno divise per decreto, soprattutto i tanti lavoratori meridionali al Nord che desideravano trascorrere le vacanze in famiglia. È contro ogni buonsenso".

Il Molise attualmente è in zona gialla ma l’Rt preoccupa. Perciò lei ha deciso di adottare una serie di misure più restrittive (una sorta di ordinanza simile a quelle per la fascia arancione) senza però toccare le attività produttive. Quando pensa di iniziare a vedere i primi effetti positivi?

"I nostri numeri sono stati sempre rassicuranti, ma non bisogna abbassare la guardia. Contiamo di avere risultati già dalla prossima settimana, ma grazie al senso di responsabilità dei molisani, sono sicuro che possiamo farcela a superare questo primo momento di criticità".

Il ministro Azzolina è stato più volte accusato per aver chiuso nuovamente le scuole. Però qualche suo collega ha provveduto allo stop alle lezioni in presenza e lei sta valutando la didattica a distanza addirittura per le scuole medie. Non le pare sbagliato penalizzare ulteriormente gli studenti che fin dall’inizio sono stati privati del luogo di formazione?

"Abbiamo avuto mesi a disposizione per avere una didattica a distanza di valore e invece abbiamo parlato solo dei banchi con le rotelle. Purtroppo i dati diffusi dal Ministero ci hanno rivelato quanto le scuole siano state dei grandi centri di contagio e quindi sono state necessarie decisioni che nessuno vorrebbe mai assumere. Gli studenti sono stati penalizzati, ma chiudere le scuole ha protetto le nostre comunità e soprattutto i soggetti più a rischio".

Nel primo trimestre del 2021 dovremmo avere 202 milioni di dosi di vaccino e il 29 gennaio dovrebbero partire le prime somministrazioni. La sua Regione come si sta organizzando in tal senso?

"Lo dovrebbe chiedere al commissario di governo. Spero che dopo il piano Covid in ritardo e il piano di vaccinazione anti-influenza mai partito davvero, a Roma abbiano imparato la lezione.

Per quanto di mia competenza, metterò a disposizione la Protezione civile per avere una vaccinazione di massa nel minor tempo possibile".

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