Elezioni politiche 2022

"Non se ne parla di avere rapporti con loro...". Conte a testa bassa contro Letta

Il leader del M5S attacca il Pd e sbarra la strada al campo largo: "Accordi da Calenda a Di Maio? Questa è un'ammucchiata di personalità divisive e litigiose"

"Non se ne parla di avere rapporti con loro...". Conte a testa bassa contro Letta

Ora anche Giuseppe Conte ammette che gli ex compagni del Partito democratico stanno tentando la mossa della disperazione per arginare la vittoria del centrodestra. E così il leader del M5S, dopo aver fatto asse per diversi mesi con il Pd, prende atto che il fronte rosso sta cercando di far nascere un'accozzaglia cavalcando il nome di Mario Draghi. Una condizione che però esclude un accordo elettorale tra grillini e dem, destinati a divorziare in occasione delle prossime elezioni.

Conte sferza Letta

Il presidente del Movimento 5 Stelle, intervistato ai microfoni di Rtl 102.5, ha voluto chiarire che da parte sua non è arrivata alcuna apertura a favore di una ricomposizione con il Partito democratico. E ha puntato il dito contro Enrico Letta: "Per queste elezioni assolutamente non se ne parla di avere rapporti col Pd. Che rapporto può avere il M5S con una forza politica che sta chiudendo accordi da Calenda a Di Maio a Renzi a Brunetta a Carfagna? Questa è un'ammucchiata dove noi non ci potremmo mai ritrovare, perché sono personalità divisive e litigiose".

Eppure ieri sembrava essere arrivata una serie di spiragli positivi, ma dalla galassia pentastellata hanno subito chiarito e messo le mani avanti: non ci sono possibilità di ricostuire un'alleanza con il Pd in questa campagna elettorale, ma in futuro potrebbero esserci dialoghi politici solo se verrà abbandonata l'agenda Draghi.

La chiusura di Conte rappresenta una pessima notizia per la sinistra, che cerca di imbarcare quanti più partiti possibile contro il centrodestra. Tra le fila dei dem circola l'idea di escludere il M5S dall'alleanza ma di tenere il forno aperto qualora fosse necessario partorire un governo allargato dopo il voto. Ma l'agenda Draghi tanto sbandierata dal Pd è l'ostacolo principale che fa escludere un'ipotesi del genere.

Il doppio mandato

Inoltre Conte ha fatto sapere che nella giornata di oggi, dopo aver completato le valutazioni interne, verrà trovata una soluzione definitiva sul doppio mandato. "Sicuramente per noi la coerenza è fondamentale, lo dimostreremo oggi. Noi non siamo cambiati, siamo le stesse persone responsabili di sempre", ha assicurato.

Nelle ultime ore si è parlato dell'ultimatum di Beppe Grillo, che avrebbe minacciato di lasciare il Movimento 5 Stelle qualora ci fossero delle deroghe al vincolo storico. Voci prontamente smentite da Giuseppe Conte, che ha sfatato tutte le indiscrezioni in merito e ha escluso un aut aut da parte del comico genovese. Ma le differenti sensibilità di vedute tra i due non possono passare inosservate.

L'attacco a Draghi e Di Maio

Da parte di Conte è arrivato un attacco frontale al premier Mario Draghi nell'ambito della crisi di governo: il leader del M5S ha imputato al presidente del Consiglio la colpa di aver adottato un "atteggiamento sprezzante" nel corso del suo intervento al Senato. "Ha dimostrato la volontà di andar via, rassegnando dimissioni irrevocabili", è la convinzione dell'avvocato.

Infine non poteva mancare una stoccata all'indirizzo di Luigi Di Maio, visto che il Movimento 5 Stelle sta pagando un prezzo davvero alto in seguito alla scissione innescata e alla relativa nascita del gruppo Insieme per il futuro.

In tal senso Conte ha dichiarato che il ministro degli Esteri e tutti quelli che lo hanno seguito "hanno abiurato ai principi e ai valori del Movimento".

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