Napoli - Al calar del sole i big del Movimento cinque stelle fanno la loro apparizione alla festa per il decennale. Sul palco dell'Arena Flegrea, struttura per concerti a pochi metri dalla mostra d'Oltremare di Napoli, salgono Beppe Grillo, Luigi di Maio e Giuseppe Conte. Il passato (Grillo), il presente (Di Maio) e il futuro (Conte) si incrociano (e si alternano) nel passaggio più difficile per i Cinque stelle. Il premier arriva nel tardo pomeriggio, accolto come una star, come il prossimo leader. E lui accetta la sfida. Nel suo intervento dal palco Conte presenta il proprio manifesto: «La Nuova Polis». E snocciola i punti del suo programma: riforma della giustizia, new deal, riforma dello Stato, nuovo umanesimo. «Noi non siamo quelli degli slogan». È duro quando attacca Salvini. Archivia la politica dei porti chiusi, insistendo su una nuova politica con l'Africa.
Ad aprire l'evento serale era stato però Luigi Di Maio con un intervento interrotto da un gruppo di manifestanti che protestano contro l'azione militare della Turchia. Di Maio prova a tranquillizzarli, annunciando che da ministro degli Esteri chiederà all'Unione Europea di bloccare la vendita di armi ad Erdogan. Di Maio ripercorre i 10 anni del Movimento. L'appello è a festeggiare i 10 anni, con la consapevolezza di aver contribuito a «cambiare la politica in Italia». E per dare forza al suo discorso, Di Maio cita la riduzione dei parlamentari: «Battaglia su cui il Movimento ha coinvolto tutte le forze politiche. Per Di Maio è stato un miracolo». Il ministro avverte la delusione della base e prova a spronare la platea: «Ogni volta che ci danno per morti, ci rialziamo». Di Maio insiste sulla vocazione post-ideologica del Movimento: «Noi siamo quelli della terza via, né di destra né di sinistra». Il capo della Farnesina dal palco dell'Arena flegrea estrae il libretto giallo: un libro dei sogni. «È per questo - spiega - che dobbiamo mandare avanti la legislatura». Il prossimo obiettivo: tagliare gli stipendi dei parlamentari. E poi una grande riforma: riorganizzare lo Stato. «Mettiamo insieme i migliori costituzionalisti, per riformare la burocrazia dello Stato, accorpando e cancellando gli enti inutili». Infine l'attacco all'ex alleato Matteo Salvini: «Con il 17% dei voti, voleva il 30% delle poltrone. E soprattutto quando hanno capito che non potevano realizzare le promesse. Sono orgoglioso di aver fatto un passo indietro, per ben due volte perché questa scelta ha portato ad avere Giuseppe Conte a Palazzo Chigi». Parole che segnano il passaggio di consegne e l'ingresso sul palco di Conte, accolto dalla platea in piedi al grido: «Giuseppe, Giuseppe». Conte e Di Maio si accomodano in poltrona per essere intervistati da Paolo Borrometi. Sui temi economici, Conte chiarisce: «Faremo un vertice prima del Consiglio dei ministri. Giorni febbrili. Stiamo operando le ultime ricognizioni. Lo spread più basso ci porterà 18 miliardi in tre anni. È una prima risorsa recuperata. E poi un po' di tagli alla spesa e un riordino di tasse desuete». «In questa prima fase - spiega - non avremo grandi margini per tagliare il cuneo fiscale». Confermando, invece, il carcere per gli evasori. Conte si dice preoccupato per la sentenza della Cedu che ha messo in discussione l'ergastolo ostativo: «Crolla tutto il nostro impianto di lotta alla mafia. Aspettiamo la decisione della Corte costituzionale». Il premier chiarisce: «Non fonderò alcun partito. Lavoro bene con il Movimento». E poi un assist ai frondisti: «I meet up sono la più bella risorsa dei Cinque stelle». Davide Casaleggio lascia la scena finale ai big. Il figlio del fondatore parla di buon mattino.
Preferisce tenersi defilato dagli scontri. Casaleggio jr bacchetta i dissidenti e soprattutto gli ex ministri assenti: «Un errore non esserci». E poi no comment sull' altro nervo scoperto del Movimento: «Non mi occupo di alleanze».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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