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Conte minaccia Siri: "Troverò il modo di scollarlo dalla poltrona"

Da Pechino, dove si trova per partecipare al secondo Forum sulla Via della Seta, il premier Giuseppe Conte ha fatto sapere che "se la mia determinazione andrà nella direzione delle dimissioni, troverò il modo di scollare Siri dalla poltrona"

Conte minaccia Siri: "Troverò il modo di scollarlo dalla poltrona"

"Scollarlo dalla poltrona". Senza troppi complimenti. Da Pechino, dove si trova per partecipare al secondo Forum sulla Via della Sera, il premier Conte usa un'espressione forte per tracciare il futuro di Armando Siri, il sottosegretario leghista indagato per corruzione e al centro di un feroce scontro tra Lega e Movimento 5 Stelle. Se Matteo Salvini lo ha sempre difeso ("Aspetto la magistratura"), non si può dire la stessa cosa dell'altro vicepremier Luigi Di Maio che, da giorni, chiede un passo indietro del consigliere economico del segretario leghista. In mezzo a questi due vasi di ferro, c'è il vaso di coccio rappresentato da Conte. Il quale, dalla Cina, fa sapere che "Se la mia determinazione andrà nella direzione delle dimissioni, troverò il modo di scollarlo dalla poltrona". Si tratta di una questione di fiducia, spiega, "tra il presidente del Consiglio e un suo sottosegretario", ma anche "dei cittadini verso le istituzioni". In un colloquio con la stampa, il premier spiega che "delle carte ho visto poco. Vedrò cosa mi verrà portato, ascolterò le spiegazioni che mi verranno fornite. Certamente lo sfondo della mafia è un elemento di cui terrò conto". E aggiunge: "Meno male che questa è l'ultima campagna elettorale. Dopo il 26 maggio il clima deve cambiare. Cambierà per forza".

Tuttavia, il premier ha cercato di mantenersi il più possibile equidistante. "Una volta si chiedevano le dimissioni per telefono, anche senza guardarsi negli occhi, io sono fatto in modo diverso, con il sottosegretario Siri ci parlerò, chiederò delle spiegazioni, le pretenderò anzi e poi sarà assunta una decisione. Il primo ragionamento che va fatto è il rispetto delle istituzioni e del lavoro del governo, per questo siamo stati eletti e per questo stiamo lavorando, per recuperare la fiducia dei cittadini". "Non sono un giudice", ha precisato Conte. "Trovo comprensibile che ognuna delle due forze politiche abbia una linea ben precisa, che Di Maio che ha sempre fatto della trasparenza un punto di orgoglio dichiari quello che ha detto", ha aggiunto il premier dal Ritz Carlton di Pechino, definendo "fisiologico" lo scontro in atto tra Lega e M5s. "È normale che in queste settimane si alzino i toni della voce per farsi sentire di più dagli elettori, ma stiamo lavorando da matti e forse non ve ne siete accorti. Del resto io non posso stare dietro alle polemiche quotidiane di Lega e MoVimento, io ho un altro ruolo e non partecipo alla competizione elettorale, non penso a rispondere o partecipare al dibattito, il mio ruolo è lavorare per gli italiani e per le imprese", ha concluso il presidente Conte.

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