Conte ormai è logorato dalla guerra tra i grillini. Scoppia il caso Casalino

Con Casaleggio è un braccio di ferro infinito. L'ira dei gruppi sul ruolo dell'ex portavoce

Conte ormai è logorato dalla guerra tra i grillini. Scoppia il caso Casalino

Bloccato da Davide Casaleggio, tallonato da Alessandro Di Battista, contestato dai gruppi parlamentari. Giuseppe Conte potrebbe essere rimandato a luglio. L'ex premier si trascina ormai da tre mesi in una rifondazione senza sbocco. Incastrato in un tunnel infestato di trappole. Per vedere la luce potrebbe volerci anche un altro mese e mezzo. E a quel punto sarebbe tardi. Del consenso sudamericano delle dirette Facebook durante la prima ondata della pandemia rimarrebbe soltanto il ricordo. L'avvocato ancora tiene botta nei sondaggi, ma si intravedono i primi segnali di una curva discendente. Prontamente annotati dai tanti grillini che sono esasperati da un vuoto di potere senza fine. In cima alla lista dei guai c'è la battaglia con Rousseau. Nel Movimento si spera che il Garante della privacy possa togliere le castagne del fuoco, obbligando Casaleggio a consegnare i dati. Fonti dell'Associazione Rousseau riferiscono all'Adnkronos di «aver ricevuto un documento indirizzato all'Autorità Garante, nel quale l'ex reggente Crimi si autodichiara rappresentante legale». In barba alla decisione del Tribunale di Cagliari, che giovedì ha sostituito il curatore speciale del M5s. Di fatto una conferma della mancanza del legale rappresentante. Dal quartier generale di Casaleggio spiegano che Vito Crimi chiede all'authority che a pronunciarsi sia «la sola persona del Presidente del Collegio con modalità urgente e quindi monocratica». Il Garante è il giurista Pasquale Stanzione, nominato ai tempi del governo giallorosso in quota Pd. Crimi vuole accelerare sui dati per evitare il logoramento di Conte.

Il clima è tutt'altro che sereno tra le fila stellate. Anche ai piani alti la paura è che il duello legale con Casaleggio possa logorare l'ex avvocato del popolo italiano. «Magari a luglio diventa leader, ma sarà completamente cotto», ragionano i pessimisti. Che temono che altre settimane a rosolare a fuoco lento erodano tutto il consenso guadagnato da Conte a Palazzo Chigi. Rousseau vuole dilatare i tempi. «Abbiamo già comunicato all'Autorità Garante la nostra volontà di dirimere ogni aspetto della questione attraverso una istruttoria puntuale», fanno sapere dagli uffici milanesi di Via Morone. I parlamentari sono stanchi e ormai non si fidano più di Conte. Sotto accusa anche Crimi. «Hanno fatto gestire a Vito la trattativa, proprio a lui che aveva litigato più di tutti con Casaleggio», è una voce che arriva dai gruppi. Sono una cinquantina i deputati e i senatori che avrebbero voluto ricucire con il guru. Conte è sotto attacco anche per come sta gestendo la comunicazione in questa lunga fase di transizione. C'è chi lo prende in giro definendolo «influencer». Una fonte di primo piano rivela al Giornale che il leader incaricato non avrebbe voluto nemmeno esprimersi sulla restituzione del vitalizio all'ex senatore Roberto Formigoni. Ha ceduto solo dopo il pressing degli altri big. Tiene banco la polemica su Rocco Casalino. L'ex portavoce di Conte dovrebbe traslocare in Parlamento per occuparsi della comunicazione del M5s. Un ritorno ingombrante per i parlamentari, che si fanno domande sull'ammontare del suo stipendio e sui suoi effettivi compiti.

«Si occuperà del Movimento o solo di Conte?» è la domanda. Mentre l'avvocato stoppa l'idea di creare un nuovo partito da zero. «Ha paura che Di Battista e Casaleggio si prendano gli iscritti e il simbolo», tirano le somme i grillini.

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