Politica

Conte prepara le purghe. Sistema i fedelissimi per la guerra con Draghi

Il capogruppo alla Camera Crippa vacilla. In pole i falchi Ricciardi, Azzolina, Bonafede

Conte prepara le purghe. Sistema i fedelissimi per la guerra con Draghi

Giuseppe Conte prepara le purghe per imporre un cambio di linea politica a un Movimento frantumato da liti, correnti e veleni. La prima testa destinata a cadere dovrebbe essere quella del capogruppo alla Camera dei deputati Davide Crippa, da sempre su posizioni molto critiche nei confronti dell'avvocato di Volturara Appula. Con la tregua sullo Statuto, Conte è un leader praticamente imbrigliato dai poteri del garante che restano in capo a Beppe Grillo. Il quale fa saltare il blitz di Roma per un nuovo incontro con Giuseppi. La prima mossa, per recuperare terreno e centralità, sarebbe, dunque, la richiesta, che potrebbe essere formalizzata già nelle prossime ore, di eleggere due nuovi capigruppo. L'obiettivo è avere al timone della pattuglia parlamentare due figure contiane. «Una scelta motivata con l'esigenza di creare un collegamento diretto tra gruppi parlamentari e la nuova leadership», dicono nell'entourage dell'ex premier. Ma è chiaro che Conte punti ad avere una testa d'Ariete nei gruppi parlamentari per giocare la guerra di logoramento contro il governo Draghi. Il controllo dei gruppi gli garantirebbe l'agibilità politica nelle prossime sfide parlamentari.

E poi soldi e nomine. La prima vittima delle purghe dovrebbe essere Davide Crippa. A Palazzo Madama, il capogruppo Ettore Licheri è un fedelissimo dell'ex presidente del Consiglio. In ogni caso, per rispettare le procedure, anche Licheri potrebbe rimettere il mandato e chiedere una nuova votazione. Ma lo scontro vero si gioca a Montecitorio. I rapporti tra Conte e Crippa sono tesi. Il capogruppo dei grillini pagherebbe dazio per le sue posizioni pro-Grillo: «Non porterò mai un gruppo parlamentare in una logica di tifoseria», aveva commentato durante un'infuocata assemblea. E costerebbe cara anche la sua resistenza alla firma sul contratto di Rocco Casalino. C'è un poi una ragione strettamente politica: Conte vuole un «falco» alla guida dei deputati. Al contrario della colomba Crippa che mantiene una linea morbida contro l'esecutivo Draghi. «Si deve cambiare passo», fanno sapere i collaboratori di Conte. Soprattutto in vista dell'approdo in Aula della riforma Cartabia: l'avvocato vuole costruire un fortino parlamentare per difendere la legge Bonafede. Ha bisogno dei suoi generali. I nomi per la poltrona di capogruppo alla Camera sono tre: Riccardo Ricciardi, Lucia Azzolina e Alfonso Bonafede. Il primo è un fedelissimo del presidente della Camera Roberto Fico. La scelta di Ricciardi potrebbe consolidare l'asse tra Conte e Fico. Azzolina è il nome ideale per la strategia contiana: un ex ministro trombato con il dente avvelenato. Caratteristiche che possiede anche l'ex Guardasigilli Bonafede. C'è però la variabile Di Maio con cui fare i conti. Il ministro degli Esteri è l'azionista di maggioranza dei deputati e sarà l'ago della bilancia nella scelta. Nella partita Rai l'ha spuntata Conte: i Cinque stelle indicheranno nel Cda l'avvocato Alessandro Di Majo, vicino all'ex premier. Restano da sciogliere altri due nodi: la scelta dei vice e l'atteggiamento da assumere quando la riforma Cartabia sulla Giustizia approderà in Aula. Per la scelta dei vice circolano i nomi di Chiara Appendino (in quota Di Maio). Stefano Patuanelli e Virginia Raggi. Dopo lo schiaffo sulla giustizia, Conte vuole passare al contrattacco. E aspetta Draghi al varco.

Grillo e Di Maio cercheranno di far cambiare idea all'ex premier.

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