Politica

Da Conte a Renzi fino ai virologi: tutto il peggio del 2020

Dalle conferenze stampa di Conte ai finti ultimatum di Renzi passando per i virologi, la Azzolina e Morra

Da Conte a Renzi fino ai virologi: tutto il peggio del 2020

Il peggio del 2020? Beh, non c’è alcun dubbio: il 2020. Un anno terribile per il nostro Paese, il coronavirus ha stravolto le nostre vite, piegandole. Spegnendole. Il covid, però, non ha spento la politica che si è accesa più del solito. Si è presa la scena senza pudore. A volte senza ritegno. Non sono mancati strafalcioni e figuracce, liti e veleni, risse e pugni, “corbellerie e scempiaggini” come direbbe il ministro Azzolina. La politica non si è risparmiata e ha dato il peggio del peggio. Cosa ricorderemo di questo 2020? Certamente le lunghe e sempre in ritardo dirette televisive di Giuseppi Conte per presentare i suoi DPCM e gli stacchi della telecamera su Rocco Casalino. I continui ritardi sugli aiuti, il sito dell’Inps in crash, l’app del cashback fuori uso, la lotteria degli scontrini, i colori delle regioni, le liti tra virologi. Insomma, la politica nel 2020 si è trasformata in una fiction. Dell’orrore.

GIUSEPPE CONTE

Il presidente in questo anno ha guadagnato consensi, ha cavalcato l’onda. Le malelingue parlano della nascita di un suo partito a breve. Ammiccando alla telecamera si è guadagnato l’appellativo di “sex symbol”. Piace Conte, e non solo alle nonne e ai gay. Ha rapito i cuori delle sue bimbe, letteralmente impazzite per Giuseppi. L’avvocato ha collezionato migliaia di fan sui social, un seguito invidiato anche da Salvini. L’attesa costante per la presentazione dei suoi decreti ha alimentato il desiderio. In TV ha mostrato le sue doti da venditore. Peccato che non abbia convinto i suoi sulla gestione dell’emergenza. Come dimenticare gli Stati Generali e il tanto rilanciato piano Colao. A proposito: che fine ha fatto Colao? Al momento non è dato sapere. Dai DPCM alla super squadra del Recovery Conte ha tentato di dettare la linea, di imporsi. Inutilmente. Il suo compagno di viaggio è stato il gerundio “stiamo lavorando, stiamo facendo…” Un gerundio dopo l’altro che gli è servito per trincerarsi dentro Palazzo Chigi. Giuseppe ha mangiato il panettone, ma rischia di andargli di traverso. Per lui non si prospetta un buon 2021, qualche bimba potrebbe rimanere orfana.

LUCIA AZZOLINA

Tra tutti i ministri lei è degna di nota. Sì, più di Di Maio e di Speranza. Il ministro dell’istruzione verrà ricordata per sempre per i suoi inutili banchi con le rotelle. In un anno è riuscita a fare ben poco per la scuola. In qualche occasione è stata smentita perfino da Conte. “Le scuole restano aperte” aveva detto a Piazza Colonna salvo, poi, essere smentita da Conte: “Chiudiamo le scuola ma solo per poco tempo.” A fine anno possiamo dirlo: la Azzolina spodesta Toninelli e si becca il suo posto. Certo, è come sparare sulla Croce Rossa. Qualche mese fa in visita istituzionale a Biella ha sfoggiato anche una maglietta con su scritto: “Che fatica la vita da ministra.” Per molti uno sfottò verso gli insegnanti, gli alunni e le famiglie. La sua immancabile mascherina con su scritto “amo la scuola” e la sua umiltà: “sono un bravo ministro” disse. L’importante è che sia convinta.

LA CALABRIA E I COMMISSARI

Il 2020 è stato anche l’anno del commissario alla sanità per la Calabria. Come dimenticare la lunga ed appassionante telenovela? Sei commissari per una poltrona. Da Cotticelli a Zuccatelli, da Gaudio a Strada, da D’Andrea a Longo. Una storia surreale. Tutto è cominciato con le dimissioni di Cotticelli che non sapeva di dover gestire il piano regionale di emergenza covid. Poi il governo in fretta e furia nomina il negazionista Zuccatelli che diceva con veemenza: “La mascherina non serve a un cazzo. Per beccarti il virus, se io fossi positivo, sai cosa devi fare? Devi stare con me e baciarmi per quindici minuti con la lingua in bocca, altrimenti non te lo becchi il virus!” Dichiarazioni che gli sono costate il posto. Poi la volta di Gaudio che, però, ha dovuto rinunciare. Sua moglie non voleva trasferirsi a Catanzaro. Longo è riuscito a convincere la moglie. Per fortuna.

NINO SPIRLI’

A proposito di Calabria… In classifica entra di diritto il presidente facente funzioni. Prima le sue ospitate in TV dove alle domande dei conduttori diceva: “Posso dirlo? Sono ignorante in materia” poi, però, ha mostrato il suo polso fatto non solo di braccialetti e croci scintillanti. Su Gino Strada ha detto: “Devono passare sul mio corpo!” E sull’incapacità del governo di trovare un commissario ha detto perentorio: “Nci stanno annacandu u pecuru…”

NICOLA MORRA

Il peggio del 2020! Il senatore grillino ha osato infangare la memoria di Jole Santelli, il Presidente della Calabria scomparso all’improvviso a causa di un tumore. In diretta radio ha detto: “Sarò politicamente scorretto. Era noto a tutti che la presidente della Calabria fosse una grave malata oncologica. Umanamente ho sempre rispettato la defunta Jole Santelli, politicamente c'è un abisso. Se però ai calabresi questo è piaciuto, è la democrazia, ognuno dev'essere responsabile delle proprie scelte: hai sbagliato, nessuno ti deve aiutare, perché sei grande e grosso." Prole inutili, tanto quanto lui. Non ha chiesto scusa anzi, è ancora al suo posto.

LA PIAZZA

Il 2020 è stato colorato anche dai gilet arancioni. Esaltati e ignoranti negazionisti. La piazza si è mossa per contestare il Governo. E non solo… Come dimenticare il Generale Pappalardo e il suo movimento che, pensate, ha nominato Trump Presidente del Consiglio Globale dei Patrioti. Ancora risuonano a Piazza del Popolo, Roma, le sue parole: “Bastardi! State creando la dittatura in tutto il mondo! Ma noi dei Gilet Arancioni, di Forza Nuova e altri movimenti, abbiamo creato il Consiglio Globale dei Patrioti. Abbiamo nominato Donald Trump Presidente. È il Paladino di Giustizia, difensore della Democrazia e dei Popoli.”

I VIROLOGI

Virologi, epidemiologi, entomologi esperti di pipistrelli e zanzare, tutti diventati famosi grazie alla pandemia. Professori, primari e docenti trasformati da 9 mesi di telecamere accese in pugili che non arretrano nemmeno quando sta per suonare il gong. Campioni di presenze televisive ma anche di tesi discordanti. Ci hanno detto tutto e il contrario di tutto. Con il risultato, più che di rasserenare con un parere scientifico, di disorientare con le loro opinioni gli italiani. Uno show, talvolta, più forte dell’invincibile – per ora - coronavirus. Nemmeno sul vaccino trovano una sintesi comune.

IL CENTRODESTRA

Come dimenticare le manifestazioni organizzate dai partiti di opposizione. I flash mob della lega e di Fratelli d’Italia entrano di diritto nella classifica del peggio. Gruppetti sparuti di parlamentari spaesati con cartelli alla mano hanno urlato (inutilmente) tante volte sotto le finestre di Palazzo Chigi chiedendo le dimissioni di Conte. NEanche fossero i gilet arancioni. Forse gli unici momenti di vera unità. Si sa, il centrodestra non è mai stato veramente unito, anche se in più occasioni si è mostrato coeso. Nonostante i continui e repentini cambi di passo e strategie di Matteo Salvini che hanno indisposto i compagni di viaggio.

VINCENZO DE LUCA

Se c’è un presidente che si è fatto notare è stato proprio lui, lo sceriffo di Salerno. Provocazioni su provocazioni. Dal lanciafiamme per le feste clandestine, ai cinghialoni in tuta sul lungomare. Dalle mascherine di Banny il coniglietto, alla bambina al plutonio desiderosa di andare a scuola. ha addirittura “rubato” il vaccino ad un medico del Cotugno. Se c’è un appuntamento che ha caratterizzato il 2020 è stato il venerdì pomeriggio in attesa delle provocazioni dello sceriffo senza pistola e senza cartucce. Il suo lanciafiamme ha fatto cilecca. Come le sue ordinanze.

MATTEO RENZI

Il ganzo di Firenze si merita una menzione speciale. Dopo aver creato il Conte bis ora prova a distruggerlo. Giorno dopo giorno. In un anno sono state decine le bombe sganciate sulla sua stessa maggioranza. Attacchi pubblici in Senato e trame fatte alle spalle.

L’obiettivo è qualche poltrona in più o sfrattare Conte da Chigi? Da “stai sereno” al “ciao” è un attimo. Ma riuscirà davvero a guastare anche il Capodanno di Conte?

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