Coronavirus

Conte era l'unico a proteggersi mentre il governo era indifeso

Mentre l'Istituto superiore di Sanità minimizzava sull'uso delle mascherine, il premier Giuseppe Conte ne faceva incetta lasciando, invece, che il ministero della Difesa e quello dell'Interno ne fossero sprovvisti

Conte era l'unico a proteggersi mentre il governo era indifeso

Mentre l'Istituto superiore di Sanità minimizzava sull'uso delle mascherine, il premier Giuseppe Conte ne faceva incetta lasciando, invece, che il ministero della Difesa e quello dell'Interno ne fossero sprovvisti.

Palazzo Chigi, come ha accertato il quotidiano romano Il Tempo, ha iniziato a ordinare mascherine, gel, camici e persino bombole dell'ossigeno per il premier e i suoi collaboratori già a partire dal 26 febbbraio. Appena tre giorni prima il governo aveva diffuso un decalogo, firmato dal ministero della Salute e dall'Iss, in cui si dettavano le linee guida da seguire contro l'emergenza coronavirus. Ebbene nel punto 7 si specificava che "l’Organizzazione mondiale della Sanità raccomanda di indossare una mascherina solo se sospetti di avere contratto il nuovo coronavirus, e presenti sintomi quali tosse o starnuti, o se ti prendi cura di una persona con sospetta infezione da nuovo coronavirus (viaggio recente in Cina e sintomi respiratori)". In pratica, l'uso delle mascherine era consigliato solo se si sospettava d'essere malati o se si dovevano assistere persone malate. E, allora, non si capisce perché il premier Conte abbia voluto prendere tutte queste precauzioni quando, a noi comuni mortali, lanciava messaggi così rassicuranti. Ma non solo. Il Viminale e la Difesa hanno provveduto a salvaguardare la salute delle forze dell'ordine e dei militari che combattono in prima linea contro l'emeregenza coronovirus soltanto svariati giorni dopo rispetto a Palazzo Chigi. Se il governo ha iniziato a costruirsi il suo arsenale medico-sanitario già il 26 febbraio, il ministero dell'Interno si è mosso soltanto a partire dal 4 marzo. In quella data, infatti, sono state ordinate solo alcune valigette di pronto soccorso e una fornitura di distributori Abs per gel igienizzante le mani oltre a cartucce di ricambio e flaconi singoli a base di alcol.

Solo nell’ultima settimana di marzo il Viminale ha proceduto all’acquisto di "200 mascherine chirurgiche per la protezione del personale dipendente che assicura la presenza giornaliera in ufficio per attività dichiarate indifferibili". Il19 marzo, invece, è stato il ministero dell'Economia ad acquistare sul Mepa (il mercato elettronico delle pubbliche amministrazioni) mille coppie di guanti monouso, 20 litri di gel igienizzante e mille mascherine. Il ministero della Difesa si è mosso in quei giorni con una procedura di affidamento diretto che ha avuto esiti non del tutto soddisfacenti, dal momento che 11 dei 14 lotti di dispositivi di protezione individuale sono andati deserti. Quantomeno sono riusciti ad ottenere 134 termometri ad infrarossi, 2.500 mascherine Ffp2 e 80.869 mascherine chirurgiche.

Alla fine, anche il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha portato a termine alcuni acquisti, ma la ricerche delle mascherine più protettive, quelle Ffp3, è andata a vuoto per tutti i dicasteri.

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