Matteo Renzi avrebbe commesso un grave errore sulla scelta dei tempi giusti per mettere alle strette il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e spingerlo sull'orlo del baratro di una crisi di governo.
Questo, per lo meno, riporta "Affari Italiani", dando spazio a delle voci di corridoio di alcuni membri della maggioranza giallorossa (Partito Democratico in particolar modo), i quali si sono detti praticamente"costretti" ad intervenire in difesa del sedicente avvocato del popolo. Che conseguenze avrebbe avuto questa corsa in aiuto del Giuseppi nazionale? Ben poco oltre alla creazione di qualche altra piccola crepa nella maggioranza, comunque non sufficiente a dare uno scossone decisivo visto il terrore sacro di un'eventuale consultazione elettorale anticipata che turba i sonni di tanti nell'esecutivo.
Non solo. La levata di scudi in sua difesa avrebbe addirittura dato nuovo vigore all'uomo dei Dpcm notturni il quale, stando a chi ha avuto il privilegio di parlare a quattrocchi con lui nelle ultime ore, sarebbe sempre più deciso a portare a termine il suo progetto iniziale senza neppure la necessità di dover ricorrere ad un rimpasto di governo nè quella di accontentare le richieste dei suoi alleati che continuano a battere i piedi per terra ed a fare il broncio.
"Renzi ha sbagliato mossa", ha spiegato un deputato del Partito democratico definito"autorevole" da Affari Italiani."Se avesse aspettato fino alla fine del mese per scrivere tutti insieme il patto di legislatura, senza polemiche, ora Conte sarebbe all’angolo. E invece è voluto partire prima per avere tutti i riflettori solo per lui". Insomma, troppe manie di protagonismo dell'ex sindaco di Firenze, cosa che avrebbe causato una reazione tra i dem. "Ma è andato oltre, ha spinto all'angolo il premier e così ci ha costretto a difenderlo e soprattutto ci ha divisi".
Non che le divisioni interne siano una novità all'interno del sempre più incerottato esecutivo. Ma che cosa potrebbe accadere, quindi, nei prossimi giorni? "Ed ora, come al solito, restiamo noi del Pd a far capire a Conte che bisogna cambiare marcia al governo". I prodi difensori Dem, pronti a soccorrere Giuseppi ed a togliere da sotto le suole delle sue scarpe la buccia di banana renziana, aspettano ora le mosse dell'ex segretario. "Quanto a Renzi, non so come farà a uscire da questo cul de sac in cui si è messo. Anzi, ci ha messo. Sta già iniziando a dire che la crisi non la fa ora, ma a maggio, quando ci sarà il semestre bianco e le camere non possono essere sciolte". Ferito nell'orgoglio, quindi, l'uomo del mancato abbandono alla politica dopo la batosta referendaria trama nell'ombra.
Ma una crisi di governo potrebbe significare un ritorno alle urne, e la prospettiva di un 2-3% di consensi agita il sonno dell'ex segretario Dem. Consapevole dello spettro di una rapida uscita dal Parlamento, quindi, Renzi avrebbe abbassato le penne.
E quel che è peggio è che in Transatlantico circolano già i nomi di numerosi parlamentari pronti ad abbandonare la nave di Italia Viva prima che affondi per rientrare nel Pd. Come farebbero, infatti, ad essere nuovamente eletti con quel basso numero di consensi? Meglio mettere le mani avanti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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