Conte rispolvera le battaglie contro il Cavaliere ma non riesce a placare il malumore dei peones

L'ex premier prova a compattare il M5s. E i suoi lo criticano sui referendum

L'ex premier Giuseppe Conte
L'ex premier Giuseppe Conte

Il richiamo della foresta di un M5s dalla parte della magistratura e l'evocazione della legge sul conflitto di interessi per provare a tenere a bada un partito a briglia sciolta. Giuseppe Conte batte sui tasti dell'identità dopo l'astensione delle tre senatrici stellate in Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari di Palazzo Madama sul caso Open e le chat di Matteo Renzi. E allora l'avvocato coglie l'occasione per rilanciare sul vecchio cavallo di battaglia del conflitto di interessi. Un simbolo che torna utile in un contesto in cui è vivace il dibattito sulla candidatura di Silvio Berlusconi al Quirinale. «Invitiamo tutte le forze politiche a votare questa disciplina sul conflitto di interessi. Purtroppo quel disegno di legge non sta correndo», denuncia in una diretta sul canale Twitch dello streamer e commentatore Ivan Grieco. Poi ribadisce la linea sul voto in Giunta al Senato. Parla di una posizione «stravolta e fraintesa», di un M5s che «non ha cambiato principi».

Ma, nonostante l'ostentazione di sicurezza di chi dice che sul Quirinale «riconoscerete tutti i numeri del M5s», la principale preoccupazione di Conte è la tenuta di un Movimento che sembra sempre sul punto di implodere. Rischio concreto nella partita per il Colle, dato che, come ci dice un parlamentare alla seconda legislatura, «Conte non controlla più niente», spaccature che si manifestano nei territori, da Nord a Sud. Le parole del capo sull'ascolto delle istanze locali non placano gli animi. In questi giorni si sta registrando grande insofferenza da parte di eletti in Parlamento che hanno il polso del loro collegio, sono delusi molti consiglieri regionali e comunali. «Tutti si lamentano perché Conte parla di dialogo e poi non risponde nemmeno al telefono, stessa cosa i suoi fedelissimi», si sfoga un deputato molto forte nel suo territorio. Tra i parlamentari vengono guardate con sospetto le mosse del vicepresidente Mario Turco in Puglia, la regione di Conte. C'è la paura che il movimento Insieme per la Puglia del governatore Michele Emiliano diventi l'hub di una nuova classe dirigente contiana, pronta a soppiantare i grillini storici alle prossime politiche. E ancora, diversi deputati e senatori nel pomeriggio cadono dalle nuvole ascoltando alcune frasi di Conte nella diretta Twitch con Grieco. L'avvocato commenta i referendum su cannabis ed eutanasia e spiega che lo strumento «non è ideale». «Ma come? Abbiamo fatto i banchetti per raccogliere le firme», replicano dai gruppi. Sul quesito sulle droghe leggere era sceso in campo in prima linea anche Beppe Grillo.

In un contesto del genere è reale lo scenario di un voto sul Quirinale che si trasforma in un regolamento di conti interno. Sul Colle Conte ripete il mantra dell'«ampia condivisione» e del «confronto con tutti», mantenendo la corsia preferenziale con il Pd di Enrico Letta, con il quale «il dialogo è costante».

Nella direzione dell'unità, anche dentro il M5s, vanno le parole di Luigi Di Maio. Il dialogo Conte-Letta «è un'iniziativa giusta, ma il ragionamento va allargato per coinvolgere tutte le forze politiche, compreso il centrodestra», dice Di Maio a Corriere Tv.

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