Conte si vendica: sfiducia al garante e nuovo partito. Da Fico a Tabacci, arrivano i big

La partita vera inizia ora. Lo scontro andato in scena negli ultimi giorni tra Conte e Grillo era solo un allenamento

Conte si vendica: sfiducia al garante e nuovo partito. Da Fico a Tabacci, arrivano i big

La partita vera inizia ora. Lo scontro andato in scena negli ultimi giorni tra Conte e Grillo era solo un allenamento. Messaggio che l'ex premier recapita al fondatore del M5S dalla porta della propria abitazione di rientro da una partita di tennis: «Era solo un allenamento. Sulle prossime mosse sarete informati nelle prossime ore».

Le mosse sono due: soffiare a Grillo il M5S, appellandosi a un articolo dello Statuto che prevede la sfiducia del garante, o fondare un nuovo partito che metta nella stessa casa Roberto Fico e Bruno Tabacci, svuotando i gruppi grillini alla Camera e al Senato.

La notte, dopo il vaffa di Grillo, non fa sbollire la rabbia. Conte, che in conferenza aveva promesso - «non sentirete mai una parola contro il fondatore del M5S» - cambia tono e attacca: «Ci sono rimasto male non tanto e non solo per me. Questa svolta autarchica credo sia una mortificazione non solo per me, ma per un'intera comunità che io ho conosciuto bene e ho apprezzato, di ragazze, ragazzi persone adulte, che hanno creduto in certi ideali. È una grande mortificazione per tutti loro» si sfoga intercettato dai giornalisti de Lapresse.

La scissione è già avvenuta nei gruppi parlamentari, spaccati tra pro Conte e pro Grillo. Il sigillo si celebra nell'infuocata assemblea di deputati e senatori. In Parlamento il M5S si muove già con due teste. Esempio? La votazione ieri alla Camera su un ordine del giorno per la costruzione del ponte sullo Stretto. «I 5 Stelle votano a favore, contro, si astengono e non partecipano» fa notare Fabio Rampelli di Fdi. È il caos. Le manovre vanno avanti.

I contiani puntano al colpo grosso: il presidente della Camera Roberto Fico. Da fonti vicine all'ex premier trapela una certezza in queste ore di trattative: «Roberto sarà dei nostri». Negli ultimi tempi il legame tra Conte e Fico si è consolidato. Nella serata di martedì Fico ha riunito un gruppo di fedelissimi a cena per decidere con chi schierarsi. La strada verso Conte sembra imboccata. Basta leggere il post di ieri della parlamentare Gilda Sportiello, portavoce del pensiero fichiano: «Saturno che divora i suoi figli. Avete mai visto questo quadro? Ritrae Saturno che, a uno a uno, divora i suoi figli per il timore che, in futuro, uno tra loro possa scalzarlo dal suo trono. Beppe ti voglio bene, ma mi dispiace: il passo dalla visione all'allucinazione è breve».

Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio non scopre le carte. Manda avanti il suo fedelissimo, il sottosegretario alle Infrastrutture Giancarlo Cancelleri: «Non voglio polemizzare con Grillo, ma il tema è che se non siamo pronti a cambiare idea vuol dire che non siamo pronti a cambiare niente. E io purtroppo in un Movimento che non vuole cambiare niente non ci voglio stare». Parole anche preludono a una fuga verso Conte. Ma non è così. Altri due fedelissimi, Vincenzo Spadafora e Sergio Battelli, del ministro Di Maio, abbracciano Grillo. Che però perde Vito Crimi e Chiara Appendino.

«Gli avvenimenti di questi giorni, in particolare delle ultime ore, mi inducono ad una profonda riflessione sul mio ruolo nel Comitato di Garanzia e sulla mia permanenza nel Movimento» - ammette il reggente Crimi.

Al Senato, secondo quanto fanno trapelare gli spin di Conte, ci sarà un esodo verso l'ex capo del governo. Scenario confermato dalle parole del capogruppo Ettore Licheri: «Fermare questo processo è un torto fatto ai cittadini». Dovrebbero traslocare nel partito dell'ex premier i due ministri Federico d'Incà e Stefano Patuanelli.

Ma Conte non pesca solo in casa grillina. Per la sua creatura sta riallacciando i contatti con la truppa dei responsabili, che avrebbe dovuto salvarlo dalla defenestrazione da Palazzo Chigi. Si guarda, alla Camera, ai gruppi di Centro democratico di Bruno Tabacci, e gli Ecologisti di FacciamoEco dell'ex ministro Lorenzo Fioramonti. Al Senato rispunta l'iniziativa di Riccardo Merlo (del Miae) Italia 23. Ma pare siano stati avviati contatti anche con Leu e Articolo Uno per portare dentro Pietro Grasso e Pier Luigi Bersani. Grillo non sta a fermo. Alla Camera può contare sul capogruppo Davide Crippa.

Al Senato ci sono Danilo Toninelli, Barbara Lezzi e Nicola Morra. Incerta la posizione della vicepresidente del Senato Paola Taverna. Con l'addio di Conte potrebbero rientrare nel M5S, fronte Grillo, anche gli ex dissidenti confluiti nel gruppo L'Alternativa c'è.

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