Il suo pacchetto fiscale, flat tax in testa, Forza Italia lo presenta alla stampa in Senato nel giorno in cui il premier Giuseppe Conte spiega, in un'intervista al Fatto quotidiano, che la tassa piatta il suo governo non la farà. Almeno, come è scritta al primo punto del programma del centrodestra e anche prevista nel contratto sottoscritto da Lega e M5s.
Il capo dell'esecutivo, infatti, giura che non ci saranno condoni fiscali e parla di una «riforma organica, direi rivoluzionaria, del fisco basata su due aliquote e una no tax area», consentendo a «chi ha col fisco pendenze senza colpa di azzerarle» e aumentando le pene agli evasori. Quanto al fatto che la flat tax favorirebbe i ricchi, assicura che «la Costituzione impone la progressività fiscale e noi la rispetteremo».
Gli ribatte Anna Maria Bernini, capogruppo dei senatori azzurri: «Il nostro modello di flat tax, con aliquota al 23% e no tax area di 12mila euro, distribuisce su tutte le fasce di reddito consistenti risparmi fiscali, la maggior parte dei quali si concentrano sui redditi bassi e sui redditi medi».
Fi incalza il governo su questo piano, illustrando 4 proposte di legge: oltre alla flat tax presentata alle due Camere, l'abolizione dell'Imu sui capannoni industriali, l'inversione dell'onere della prova sempre a carico dell'amministrazione finanziaria, la compensazione dei debiti con i crediti. In particolare, l'attacco è alla Lega perché rispetti «gli impegni presi con gli elettori», come dice Mariastella Gelmini. La capogruppo dei deputati azzurri insiste perché il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, chiarisca finalmente se il governo varerà la flat tax e assicura: «Sarà la nostra ossessione in questa legislatura».
A Matteo Salvini, che definisce centrodestra e centrosinistra «categorie vecchie, superate», ma assicura di «portare anche le istanze degli elettori di Fi nel governo, Renato Brunetta ricorda: «Se noi tutti siamo qui oggi, se la Lega ha ottenuto il 17% dei voti e l'intero centrodestra oltre il 37%, e ha vinto le elezioni, è perché gli italiani hanno votato il programma dei 10 punti, che al primo s'intitola Meno tasse e indica come priorità la flat tax, tassa piatta al 23% con un'unica aliquota per l'intero sistema Paese, per famiglie e imprese, per 40 milioni di contribuenti e non con 2 aliquote come hanno proposto gli amici della Lega con una sola limatura per le imprese». La distanza dalla proposta del Carroccio è chiara, Fi non accetta il compromesso con cui Salvini va incontro al M5s, vuole la sua legge piatta. E l'ex ministro Brunetta garantisce che le coperture sono assicurate «da un taglio delle tax expenditures e della spesa reso progressivo e sostenibile dal fatto che, nei primi 2 anni, una parte significativa del minor gettito viene compensata dagli introiti delle misure di pace fiscale su tutto il pregresso».
Sestino Giacomoni, vicepresidente della Commissione Finanze a Montecitorio, critica il decreto dignità e si appello a Salvini: «Faccia in modo che la nostra proposta della flat tax, venga inserita all'interno di questo decreto e così sarà degno di essere approvato». Accanto a lui siede il portavoce Giorgio Mulè: «Chi è al governo dovrebbe avere l'umiltà e la lungimiranza di prendere questi ddl come unica rotta per rilanciare il Paese». Ci sono anche l'ex viceministro all'Economia di Renzi ora nel centrodestra Enrico Zanetti e Stefania Prestigiacomo.
La prima reazione positiva alle 4
proposte di Fi viene da Confedilizia e il presidente Giorgio Spaziani Testa propone di cominciare dall'«estensione alle locazioni di immobili commerciali di una flat tax che funziona per il settore abitativo, la cedolare secca».
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