Coronavirus

"Ci mancano 4,6 milioni di dosi": sui vaccini l'Italia resta al palo

Il premier fa la voce grossa su Facebook: "Questi rallentamenti delle consegne costituiscono gravi violazioni contrattuali. Ricorreremo a tutti gli strumenti e a tutte le iniziative legali"

"Ci mancano 4,6 milioni di dosi": sui vaccini l'Italia resta al palo

Preoccupano i ritardi nella distribuzione dei vaccini anti-Covid, ed ora anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte decide di intervenire sulla vicenda, rilasciando un lungo post sulla propria pagina Facebook in cui non manca di annunciare anche azioni legali nei confronti delle aziende coinvolte in caso di ulteriori rallentamenti.

Al momento la situazione campagna vaccinale in Italia è stagnante, con diverse Regioni costrette a sospendere la somministrazione delle prime dosi proprio perché non si conoscono le date certe delle prossime consegne per i richiami. Ad oggi le notizie che arrivano dalle aziende produttrici sono, come definite dallo stesso premier"preoccupanti". E intanto la tensione continua ad aumentare.

"Dapprima Pfizer-Biontech ha comunicato un rallentamento della distribuzione ai Paesi europei delle dosi di vaccino già programmate e questo sta penalizzando proprio i Paesi che, come l’Italia, stanno correndo più velocemente: le Regioni italiane sono costrette a rallentare le nuove somministrazioni per assicurare il richiamo alle persone già vaccinate", spiega Conte nel suo post."Ma ancora più preoccupanti sono le notizie di ieri diffuse da AstraZeneca, il cui vaccino è in attesa di essere presto distribuito anche nell’Unione Europea. Se fosse confermata la riduzione del 60% delle dosi che verranno distribuite nel primo trimestre significherebbe che in Italia verrebbero consegnate 3,4 milioni di dosi anziché 8 milioni".

Che cosa sta facendo il governo italiano a tal proposito? Il presidente del Consiglio riferisce che proprio nella giornata odierna il ministro della Salute Roberto Speranza ed il commissario Domenico Arcuri hanno avuto un incontro con i rappresentanti di Astrazeneca Italia. Proprio nel corso della riunione è stato confermato il ridimensionamento della capacità produttiva. Meno dosi, dunque."Tutto questo è inaccettabile", tuona quindi Giuseppi. "Il nostro piano vaccinale, approvato dal Parlamento italiano e ratificato anche in Conferenza Stato-Regioni, è stato elaborato sulla base di impegni contrattuali liberamente assunti e sottoscritti dalle aziende farmaceutiche con la Commissione Europea".

I ritardi nelle consegne, ovviamente, costituiscono delle serie violazioni contrattuali. Violazioni che stanno provocando gravi danni all'Italia ed al resto dell'Europa. Da qui la decisione del premier di fare la voce grossa, arrivando anche a parlare di iniziative legali per far rispettare le consegne, come del resto è stato già fatto nei confronti di Pfizer-Biontech.

Intanto il commissario straordinario all'emergenza Covid Domenico Arcuri ha parlato in merito alla questione nel corso del vertice con le Regioni e i ministri Speranza e Boccia. "Se il vaccino AstraZeneca sarà approvato dall'Ema avremo 3,4 milioni di dosi entro fine marzo e non le otto milioni di dosi assicurate in precedenza", ha dichiarato, come riportato da AdnKronos. "Tra le dosi di Moderna e Pfizer e quelle di AstraZeneca dovremmo avere a fine marzo 15 milioni di dosi".

Quanto alle azioni legali, "lunedì l'Avvocatura dello Stato avrà terminato gli approfondimenti e potremo procedere contro Pfizer sui canali già condivisi, quindi con la diffida per inadempimento sul territorio nazionale; un esposto per potenziale danno alla salute presso una procura italiana e la richiesta al foro di Bruxelles per inadempimento per conto del governo italiano e delle Regioni".

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