Coronavirus

Conte tenta la manovra bipartisan ma al vertice si parla solo di sanità

In arrivo il provvedimento economico d'emergenza: decisivi i voti dell'opposizione. Ancora stallo sulle misure per le imprese

Conte tenta la manovra bipartisan ma al vertice si parla solo di sanità

Una vera e propria «manovrina» d'emergenza per affrontare le conseguenze economiche del coronavirus. E l'auspicio di un clima «bipartisan» di fronte ad una crisi nazionale. Il governo Conte prova a mostrarsi reattivo e inclusivo, e il premier convoca una girandola di vertici, per consultare le forze politiche (oggi vedrà anche le parti sociali) sulle misure economiche da approvare: così, ieri, sono saliti a Palazzo Chigi prima i capifila della maggioranza insieme ai ministri, poi - a sera - anche i capigruppo di opposizione. A tarda sera è il presidente del gruppo del Pd al Senato, Andrea Marcucci, a tirare le somme minimizzando i risultati dal punto di vista finanziario: «Non abbiamo parlato degli interventi economici ma di quelli sanitari. Ci aspetta forse il momento più difficile. È un'emergenza ma possiamo superarla. Domani aspettiamo un dpcm che ci dirà nel dettaglio le indicazioni del Governo».

In ballo per risolvere l'emergenza finaziaria c'è anche una questione di numeri parlamentari: il governo vuole mandare in fretta alle Camere la relazione con cui chiederà l'autorizzazione allo scostamento dagli obiettivi di bilancio previsti, per fare più deficit (+ 0,2%) e ricavare così quei 3,6 miliardi che servono a finanziare il nuovo decreto. Il via libera ufficioso della Ue già c'è, ma serve che la relazione sia approvata dalla maggioranza assoluta dei componenti delle Camere. E ieri nella maggioranza si registrava una notevole preoccupazione per le potenziali assenze: diversi parlamentari delle cosiddette «zone rosse» potrebbero essere costretti a mancare, tanto che del problema potrebbe essere investita la giunta per il Regolamento. I voti delle opposizioni quindi servono, e il centrodestra proverà a farli pesare. E Salvini, rompendo la tregua, già dice che il provvedimento gli sembra non votabile.

Il titolare dell'Economia Roberto Gualtieri ieri ha sintetizzato i campi d'intervento del decreto, che dovrebbe essere varato subito dopo il voto parlamentare sul deficit (si spera entro venerdì): «Il prossimo decreto legge conterrà misure per il lavoro, tra cui la cassa integrazione, liquidità per le imprese e ristoro parziale o totale per i settori e territori più impattati». Tre le linee di intervento: rafforzamento degli ammortizzatori sociali in tutto il territorio nazionale, con cassa integrazione in deroga per i settori colpiti; indennizzi per le attività economiche maggiormente penalizzate dall'emergenza; e sostegno al servizio sanitario, messo a dura prova dall'epidemia e già fortemente indebolito dall'emorragia di addetti provocata dall'ondata di pensionamenti anticipati causati da Quota 100. Italia viva, con Matteo Renzi, mette sul tavolo di Palazzo Chigi la richiesta di sospensione delle rate dei mutui a famiglie e aziende fino alla fine dell'anno: «Una sorta di anno sabbatico del mutuo e dei prestiti aziendali. L'Ue non metta in mora le banche se lo consentono», dice l'ex premier.

Nella maggioranza sono in sofferenza i Cinque Stelle, che non vogliono apparire a rimorchio del Pd. Così il facente funzioni Vito Crimi annuncia di avere in cantiere un proprio «dettagliato pacchetto di misure economiche». Ieri Gualtieri e il ministro degli Esteri Di Maio hanno partecipato ad un tavolo con le imprese dell'export, per valutare le contromisure a difesa del made in Italy. Le soluzioni dovrebbero rientrare anch'esse nel nuovo decreto, insieme a quelle allo studio del dicastero per lo Sviluppo economico: ecobonus al 100%, ampliamento degli incentivi 4.0, nuova rottamazione auto, sgravi alle imprese che riportano la produzione in Italia, una legge speciale per cantierizzare immediatamente gli investimenti, sul modello Genova.

Oggi alle 10 riunione di Conte con tutti i ministri.

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