Così i 5 Stelle sono evaporati nel nulla

La lista del M5S presente solo nel 6,5% dei Comuni al voto a giugno. Conte prova a rimediare girando per l'Italia, ma lo schiaffo elettorale è dietro l'angolo

Così i 5 Stelle sono evaporati nel nulla

C'è un numero ben preciso che restituisce la fotografia di un Movimento 5 Stelle che ha raggiunto ormai una fase di declino assoluto, soprattutto nei territori che all'origine erano visti come il vero serbatoio di voti. Il quadro adesso è ben differente e le realtà locali si sono trasformate in una polveriera, tra il fuggi fuggi degli attivisti e le vaste quantità di preferenze perse per strada.

La scomparsa del M5S nelle città ne è una conseguenza naturale: come riferisce il Corriere della Sera, il Movimento ha presentato una sua lista solo in 64 Comuni su 978 che a giugno saranno chiamati al voto (corrispondente al 6,5%). Il calo nel giro di un anno è stato del 38%. Numeri che parlano in maniera inequivocabile e che non ammettono giustificazioni.

La scomparsa nelle città

Quel 6,5% rischia di non essere tanto distante dalla percentuale di voti che i 5 Stelle prenderanno in molte città: in più di qualche Comune si teme addirittura di finire sotto quel numero, ma comunque arrivare alla doppia cifra sembra essere un'impresa per i grillini. Le motivazioni di una tale difficoltà vanno ritrovare nel fatto che non solo il M5S ha smentito se stesso e ha finito costantemente per tradire i propri pilastri storici, ma anche che i pentastellati hanno mollato la presa sui territori.

"Dobbiamo riflettere molto bene su questi dati. Parlare di rifondazione e chiedere pazienza non basta. Una volta avevamo i meet up. Ora siamo all’anno zero", è il monito che arriva da un esponente del Movimento. Le critiche riguardano in particolare il nuovo corso di Giuseppe Conte, il cui compito era quello di risollevare le sorti dei 5 Stelle ma la cui leadership si sta rivelando fallimentare: "Siamo chiusi a Roma e non ci accorgiamo che le persone ci stanno abbandonando. Dove sono i vertici?".

Ci sono altri numeri riportati da Il Messaggero che non possono passare inosservati: non c'è un solo candidato a sindaco grillino nei 26 Comuni capoluogo che il 12 giugno saranno chiamati alle urne. A questo si aggiunge che solo in 13 compare il simbolo pentastellato. Su 26 capoluoghi è stato siglato l'accordo in coalizione con il Partito democratico in 18, ma senza un candidato proprio.

Il tour di Conte

Conte sa benissimo che a giugno si andrà incontro a una catastrofe elettorale in occasione delle elezioni amministrative. Proprio per questo motivo, riferisce il Corriere della Sera, l'ex premier starebbe per lanciare il suo tour per le Comunali. L'obiettivo è quello di cercare quantomeno di limitare i danni, ma sarà assai complicato evitare uno schiaffo politico da parte degli elettori.

Fonti grilline fanno sapere che la partenza "è imminente": le tappe dell'ex presidente del Consiglio dovrebbero toccare le principali città e alcuni centri che vengono definiti "strategici". Il mese di giugno però sarà molto caldo per Conte, che teme di assistere a una spaccatura profondissima nel Movimento: le divergenze interne sul sostegno al governo Draghi e le frastagliate dinamiche locali potrebbero avere delle ripercussioni anche sull'asse giallorosso con il Partito democratico.

Lo smacco di Grillo

Dopo le elezioni amministrative si potrebbe passare a una nuova veste grafica e a un nuovo simbolo del M5S, con il possibile ingresso del nome di Giuseppe Conte nel logo.

Il brand potrebbe dunque subire una modifica, ma l'idea non troverebbe la piena condivisione di Beppe Grillo: l'edizione odierna de Il Tempo parla di una "infuocata telefonata" che sarebbe avvenuta tra il comico genovese e l'ex premier, con Grillo che avrebbe rivendicato il proprio ruolo e avrebbe espresso perplessità.

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