Politica

Il contro-corteo sfila nella noia

In 5mila contro il vicepremier tra maschere e soliti slogan

Il contro-corteo sfila nella noia

Milano - La sinistra gioca alla Resistenza contro l'«invasor», ma la «marcia» della Lega a Milano è quanto di più moderato si potesse concepire. Non è una manifestazione «oceanica», 40mila persone al massimo, il meteo d'altra parte non incoraggia. Sul palco sfilano i volti del sovranismo europeo, dai bulgari alla «Giovanna D'Arco» della destra francese, Marine Le Pen. Matteo Salvini scalda i militanti, ma cita Papi e leader conservatori o dc. Gli applausi più convinti sono sull'immigrazione, ma la piazza applaude il «capitano» quando spiega che il giro di vite ha salvato migliaia di persone.

Il popolo leghista sfila con le sue bandiere. I vessilli del regionalismo italiano. L'immancabile «sole padano» portato in corteo dai giovani, poi la delegazione lombarda col capogruppo Roberto Anelli e i consiglieri, e ancora la bandiera granducale dei toscani, lo striscione della «Lega Basilicata». Subito dopo il folklore dei veneti. Moltissimi i leoni di San Marco, e si alzano i cori che inneggiano all'autonomia e al Veneto libero. Poi i sardi con i quattro mori.

Intanto, antifascisti e antagonisti sfilano in 5mila nel cosiddetto «contro corteo» rispettando fin troppo lo spirito della loro manifestazione-esibizione, Gran Gala. Non si era infatti mai visto a Milano un corteo «contro» che fa un presidio in piazza Del Cannone (per due ore di noia mortale di pseudo giochi in maschera e soliloqui satirico-politici) e poi, passando in mezzo alla folla del sabato pomeriggio davanti al museo del Castello Sforzesco e attraverso la Torre del Filarete, dalle 16 alle 19 blocca la circonvallazione interna per terminare la sfilata con tanto di carro dorato e fucsia davanti ai giardini della Guastalla. E parte della città è rimasta ostaggio di questa sceneggiata anti-Salvini, con incomprensibili collegamenti telefonici con l'ex sindaco di Riace Mimmo Lucano, simbolo delle politiche di «accoglienza». Lungo il percorso qualche lenzuolo alla finestra con frasi che volevano essere ironiche o irridenti. Per esempio: «Vendo pupazzetto di Zorro per 49 milioni».

Insomma, un bel corteo per chi aveva del buon tempo da perdere.

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