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"Contro l'emergenza profughi non c'è destra o sinistra"

Giovanni Manildo, sindaco Pd di Treviso, chiede ai leghisti di fare fronte comune e ammette che a Quinto si è sbagliato

"Contro l'emergenza profughi non c'è destra o sinistra"

"Non c'è destra o sinistra. Noi sindaci siamo al fronte, lasciati soli a gestire l'emergenza. Ed è arrivato il momento di pensare al bene delle nostre comunità ed essere uniti per risolvere insieme il problema". Giovanni Manildo, sindaco Pd di Treviso, dalle colonne della Stampa, chiede a tutti gli amministratori locali veneti di fare "fronte comune", indipendentemente dal colore politico, per affrontare il problema dell'accoglienza dei profughi in Veneto.

Secondo il sindaco in situazioni di emergenza come questa è necessario "trovare la soluzione più decorosa e meno impattante per città e comunità" e perciò "noi sindaci dobbiamo avere una regia compatta, essere uniti e risolvere insieme queste situazioni, non gestirle a macchia di leopardo". "La prefettura - sottolinea il primo cittadino di Treviso - continua a esacerbare il problema e sta emergendo con forza una verità schiacciante: siamo lasciati soli". Ma dopo il ramoscello d'ulivo arriva immancabile la critica al governo regionale:"In Veneto, diversamente da altre regioni manca una regia politica e la stiamo scontando. A Luca Zaia ho sempre chiesto un coordinamento per trovare strade e soluzioni, non di gettare benzina sul fuoco". Poi il mea culpa su Quinto di Treviso dove ""è stato un palese errore mettere cento profughi in palazzine miste, senza spiegare e parlare prima con gli abitanti. Paura e diffidenza sono materiali facilmente infiammabili" anche perché "i veneti e i trevigiani sono tutt'altro che razzisti.

Qui c'è un'integrazione fortissima".

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