Arringa la folla, circa duecento persone, nel parcheggio di un pub. E della marcia da un milione di partecipanti a Londra, per chiedere un secondo referendum, dice chiaro: «Non rappresentano la maggioranza». Nigel Farage, mister Brexit, l'uomo all'origine del terremoto che sta attraversando il Regno Unito, si trova a Linby, nel Nottinghamshire, per la sua «marcia per il Leave», un appuntamento a tappe in cui l'ex leader dell'UKip (il partito indipendentista e anti-Ue) continua a perorare la cause dell'addio all'Unione europea. Farage è tornato nei giorni scorsi in prima linea con il Brexit Party, un nuovo movimento che lui stesso definisce attualmente «un'entità virtuale» ma che potrebbe raccogliere concensi e creare ancora rumore se il risultato del referendum del 2016 venisse ribaltato, come lo stesso Farage teme.
A quel punto il leader anri-europeista ha già promesso di tornare all'attacco. «Guiderò il partito alle elezioni europee» se la Gran Bretagna arriverà a un lungo rinvio della Brexit e dovrà partecipare al voto di maggio. Provare per credere.
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