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Contro la Russa insorgono anche i neoborbonici

I nostalgici del Regno delle due Sicilie gli rimproverano di aver affermato, nel suo primo discorso da presidente, di voler festeggiare l'Unità d'Italia, che per loro è una vera e propria bestemmia

Contro la Russa insorgono anche i neoborbonici

L'elezione di Ignazio La Russa a presidente del Senato ha acceso numerose contestazioni da parte della sinistra, con una parte del Paese che non gli perdona le simpatie per il Ventennio, dimenticando, però, che il politico milanese, ma nativo di Paternò (Catania), siede tra i banchi parlamentari da trent'anni: nel 1992 fu eletto per la prima volta alla Camera dei deputati, nelle file del Movimento Sociale italiano, passò poi in An, nel Pdl e infine in Fratelli d'Italia.

Contro la seconda carica dello Stato sono spuntate minacce, offese e persino stelle a cinque punte, riportando le lancette della storia indietro nel tempo, ai famigerati anni di piombo. A questa ondata di proteste, più o meno sguaiate, si aggiunge la rabbia dei neoborbonici, i nostalgici del Regno delle due Sicilie e di re Ferdinando II. Per quale motivo? Lo spiegano gli stessi neoborbonici.

"Con un presidente del Senato che dichiara di voler festeggiare il 17 marzo 1861, ossia la nascita del Regno d’Italia – spiega in una nota Emilio Caserta, responsabile del Movimento neoborbonico giovanile – la data dell’inizio della fine del Sud, della questione meridionale e dell’emigrazione mai fermata fino ad oggi e con un presidente della Camera che ha, fin da subito, manifestato il suo appoggio all’autonomia differenziata, possiamo giungere alle conclusioni che questa legislatura infliggerà l’ultimo pesante colpo mortale al meridione d’Italia, dopo aver sottratto 840 miliardi al Sud a favore del Nord in 17 anni secondo i dati di Eurispes, con la Spesa storica".

La rabbia contro La Russa, dunque, non riguarda solo il fascismo ma addirittura l'Unità d'Italia. Del resto, si sa, in Italia la categoria dei "nostalgici" è molto ampia e variegata, e tra questi c'è anche chi non ha mai considerato Garibaldi un eroe e Cavour uno statista, e continua a pensare che Vittorio Emanuele II fosse solo un usurpatore.

“Il presidente La Russa dovrebbe spiegarci – prosegue Caserta – anche perché il primo Re d’Italia si chiamava Vittorio Emanuele Secondo. Il Regno d’Italia, premesso che nel 1861 non includeva parte del Lazio e del Nord-Est, esisteva già da prima, considerando che la prima legislatura del Regno d’Italia in realtà fu l’VIII, ed ebbe inizio un mese prima della nascita ufficiale del Regno... Ormai anche le pietre sanno che non ci fu la nascita del Regno d’Italia ma un’annessione di gran parte della penisola italica al Regno di Sardegna, con guerre e saccheggi, basta seguire anche logica e numeri. Insomma, risulta difficile pensare che un siciliano come il presidente La Russa, tra i primi rappresentanti della Repubblica italiana, possa ancora pensare di festeggiare la nascita del Regno d’Italia, motivo quindi del risentimento di tanti cittadini meridionali in queste ore".

I neoborbonici sono una sparuta minoranza, e pur essendo monarchici mai e poi mai hanno voluto rendere onore ai Savoia. Si capisce dunque perché il loro astio, a distanza di più di 160 anni, non si plachi affatto.

E riaffori ogni qual volta se ne presenti l'occasione, anche solo per riaffermare la propria identità.

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