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Coordinamento Lega-Fi per evitare un governo a trazione giallorossa

Il vertice Salvini-Tajani-Ronzulli decide la strategia comune dei moderati dell'esecutivo

Coordinamento Lega-Fi per evitare un governo a trazione giallorossa

Un vertice per coordinare l'azione di governo. Matteo Salvini incontra nel suo ufficio il neo-coordinatore nazionale di Forza Italia Antonio Tajani e la responsabile dei rapporti con gli alleati Licia Ronzulli. Un summit ristretto in cui viene fatto il punto della situazione alla vigilia del discorso di Mario Draghi - a cui i due partiti voteranno la fiducia - e in cui si inizia a ragionare su come declinare la nuova anomala alleanza nel contesto del governo di unità nazionale.

L'incontro ha anche un'altra chiave di lettura: quella di un segnale politico lanciato all'esecutivo, una risposta immediata all'intergruppo parlamentare di centrosinistra, Pd, Cinquestelle e Leu, annunciato dai capigruppo di M5s, Ettore Licheri, del Pd, Andrea Marcucci, e di Leu, Loredana De Petris e applaudito da Giuseppe Conte. Di fronte a questa novità Forza Italia e Lega rispondono facendo capire che non accetteranno una trazione «sinistra» e avranno una interlocuzione quotidiana, in attesa di rivedersi nelle prossime settimane anche con Giorgia Meloni per parlare anche di Amministrative.

L'azione comune si sviluppa anche con altre mosse. Nel giorno in cui Mariastella Gelmini, neo ministro per gli Affari Regionali, viene scelta da Silvio Berlusconi come capo delegazione al governo, la ex capogruppo azzurra riceve lo stesso Salvini al ministero per «fare il punto sulle scadenze che ci attendono e sul contributo che daremo con le nostre forze politiche al governo Draghi». Un faccia a faccia in cui ci si sofferma sull'urgenza di reperire nuove dosi di vaccini anti-Covid «per superare i ritardi causati dalla disorganizzazione europea e commissariale e procedere immediatamente ai rimborsi». Lo stesso Salvini in giornata aveva augurato pubblicamente «buon lavoro a Tajani, Bernini, Ronzulli e Ferro scelti da Berlusconi come coordinatore e vicecoordinatore nazionale, responsabile rapporti con gli alleati, responsabile dipartimento economia. Siamo al lavoro per un centrodestra sempre più unito e vincente».

La volontà dei dirigenti di Forza Italia è dunque quella di presidiare il partito evitando che l'adesione al governo possa essere scambiata come una sorta di libera uscita dal centrodestra. La direzione, invece, è tutt'altra e questa indicazione viene ribadita nell'incontro che Tajani ha nel tardo pomeriggio con il gruppo del Senato insieme ad Anna Maria Bernini, in attesa di fare lo stesso con i deputati azzurri oggi pomeriggio. Proprio alla Camera, peraltro, si continua a ragionare sul nuovo capogruppo, alla luce dell'uscita di Mariastella Gelmini. Sarà il vicario Roberto Occhiuto a prendere le redini degli eletti, in attesa che si definiscano le candidature per le Regionali. Occhiuto è in pole per concorrere alla guida della Calabria. Se l'indicazione del suo nome venisse accolta dagli alleati, allora bisognerebbe procedere all'indicazione del nuovo capogruppo. In questa fase, peraltro, si registra una pressione dal basso per arrivare a una elezione del nuovo capogruppo. Sullo sfondo rispetto alle voci di possibili uscite da Forza Italia arriva una smentita illustre: quella di Stefania Prestigiacomo. «Non ho minacciato in nessuna chat e in nessuna sede le mie dimissioni né il mio disimpegno dall'attività politica.

Milito in Forza Italia dal 1994, la sua fondazione, e in Forza Italia intendo restare, pertanto le notizie pubblicate sono prive di fondamento».

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