Il coraggio di Manuel: "Mi avete emozionato tornerò ancora più forte"

Messaggio del 19enne ferito. Gli aggressori non rispondono al gip. Il giudice: volevano uccidere

Il coraggio di Manuel: "Mi avete emozionato tornerò ancora più forte"

Roma «Se potessi vi abbraccerei tutti, ragazzi. Non mi aspettavo tanto. Mi avete fatto emozionare. Vado avanti per la mia strada, tornerò più forte di prima». Manuel, ricoverato ancora in prognosi riservata, invia un audio messaggio che commuove l'Italia. E il ministro Matteo Salvini lo va a trovare: «È tosto» commenta. Intanto restano in carcere i due criminali che sabato l'hanno ferito all'Axa. «Pericolosi, senza controllo e in grado di sparare ancora» scrive il gip. Un testimone, una ragazza che per poco non veniva investita, li inchioda alle loro responsabilità. È un teste chiave che conferma l'azione criminale. «Stavo salendo in auto quando due in motorino mi sono venuti addosso». Convalidato, dunque, il fermo per Lorenzo Marinelli e Daniel Bazzano, i malviventi che hanno sparato al nuotatore federale Manuel Bortuzzo, ferendolo gravemente. Davanti al gip Costantino De Robbia si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. I due pistoleri de noantri starebbero male, secondo i legali, per ciò che hanno fatto. «Marcire in galera» la risposta sui social. «È altamente probabile il rischio di reiterazione dei delitti - scrive il gip - in quanto denota la mancanza di controllo e l'estrema pericolosità degli indagati che non hanno esitato a recuperare una pistola che evidentemente avevano in precedenza acquistato e tenevano pronta per usarla e programmare un omicidio brutale senza apparente motivo per poi allontanarsi. Dubbia la loro versione: Abbiamo trovato la pistola in un campo, l'abbiamo lasciata là e all'occorrenza». Per l'accusa la rivoltella, una calibro 38 special, i due se la sono procurata per ogni evenienza. Ma l'adrenalina e la cocaina, sabato notte, non hanno impedito di commettere errori. Sbagli gravi che malavitosi di rango, come si atteggiavano Marinelli e Bazzano, non avrebbero fatto. Come sbarazzarsi dell'arma, subito dopo la sparatoria e il ferimento di Manuel, davanti a testimoni. Per non parlare delle impronte di Marinelli lasciate sulla stessa. I due lo vengono a sapere proprio dai giornali, da qui la decisione di costituirsi dal momento che erano stati identificati.

Anche la storia che avessero deciso già da domenica di presentarsi in questura non ha convinto gli inquirenti. Perché attendere tre giorni? Un pentimento lungo, troppo, se non fosse che gli uomini del commissariato Ostia e i loro colleghi della Mobile hanno fatto terra bruciata attorno a loro. Gravi le accuse: tentato omicidio premeditato in concorso e aggravato dai abietti e futili motivi. «Quanto alla ricostruzione del fatto in termini di tentato omicidio - si legge nell'ordinanza - appare inconfutabile allo stato essendo stati esplosi numerosi colpi di arma da fuoco verso le parti vitali della vittima, con evidente intento di ucciderla e non di ferirla».

Ancora: «Gli indagati, dopo aver programmato un omicidio non riuscito per cause indipendenti dalla loro volontà, hanno poi ideato un piano tendente a garantire almeno parzialmente la loro impunità dimostrando la proclività al delitto e l'assoluta mancanza di resipiscenza», ravvedimento. Da chiarire chi fosse il vero obiettivo dei killer, il motivo della rissa (il controllo della piazza dello spaccio?) e chi ha dato loro ospitalità durante la fuga.

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