Cordate al lavoro, ecco i preferiti di lobby e pm

I giuristi puntano su Amato, Finocchiaro e Grasso. Agli economisti piacciono Draghi e Padoan

Cordate al lavoro, ecco i preferiti di lobby e pm

RomaI riflettori puntati sui «quirinabili» si spostano disordinatamente. Il loro cono di luce fatica a concentrarsi su una rosa ristretta. La platea di candidati - veri, presunti o autonominati - con il passare dei giorni resta affollata, complice la confusione che regna tra i partiti e i «grandi elettori». E così i favoriti faticano a uscire dal gruppone e a dimostrarsi tali.

In questo scenario confuso una chiave di lettura potrebbe essere quella rappresentata dalle preferenze delle categorie. Non che gli umori delle professioni e delle associazioni di rappresentanza abbiano mai contato davvero qualcosa. Nel gran ballo del Colle giocano equilibri politici il più delle volte instabili, casualità, incroci imprevisti, umori sopiti, pericoli insiti alla convocazione delle Camere in seduta comune. E i consigli interessati delle lobby sono sempre apparsi piuttosto velleitari. Non c'è dubbio, però, che sia possibile individuare delle affinità e applicarle ai nomi finora circolati sui giornali e nei palazzi della politica.

I magistrati, se volessero puntare su un loro collega, non avrebbero difficoltà a individuarli. Tra quelli in corsa i nomi sono quelli di Anna Finocchiaro (in aspettativa da oltre 20 anni) e soprattutto Pietro Grasso (anche lui in aspettativa dal dicembre 2012 per motivi elettorali). Si tratta di candidati non delle primissime file, ma potenzialmente ancora in corsa, soprattutto se la matassa si ingarbugliasse con il trascorrere delle votazioni.

I giuristi potrebbero trovare nel grande elenco dei nomi almeno cinque «quirinabili»: Sergio Mattarella; Sabino Cassese; Franco Bassanini; Stefano Rodotà e Giuliano Amato. Il primo è un nome che potrebbe essere utile come «ponte» tra sensibilità e culture diverse. Inoltre dopo l'azionista-laico Ciampi e l'ex comunista Napolitano, per alcuni ora sarebbe ri-scoccata l'ora di un cattolico (sia pure della sinistra di base) e il giudice costituzionale - con una lunga esperienza in politica - potrebbe essere un nome spendibile. Cassese, forte di un curriculum difficilmente battibile, potrebbe giocare un ruolo da outsider, forte anche di una breve esperienza politica nel governo Ciampi. Franco Bassanini ha dalla sua buoni rapporti bipartisan e un profilo non troppo esposto come esponente della «Casta». Stefano Rodotà appare come una suggestione unicamente grillina, mentre sempre tra i giuristi si può citare anche Marta Cartabia, giudice costituzionale che avrebbe dalla sua il fattore anagrafico avendo solo 52 anni. Diverso il discorso per Giuliano Amato, evocato da Silvio Berlusconi come figura di equilibrio. L'ex premier ora alla Consulta, può contare sull'appoggio anche di un'altra categoria: quella dei diplomatici. Amato strappa consensi tra la vecchia guardia, mentre la nouvelle vague guarda con simpatia a Emma Bonino a cui dà atto di aver fatto cose importanti per il prestigio e l'autonomia della Farnesina. Gli avvocati potrebbero trovare un loro rappresentante in Dario Franceschini. Nutrito anche il campo degli economisti teoricamente in corsa per la poltrona di Giorgio Napolitano: da Pier Carlo Padoan a Mario Draghi, fino, ovviamente, a Romano Prodi.

Se tra gli imprenditori l'unico nome che ha trovato qualche citazione è quello di Emma Marcegaglia, tra gli scienziati circola quello della giovane senatrice a vita, Elena Cattaneo. Qualcuno invita anche a guardare alle preferenze degli amministratori locali. Una categoria che potrebbe guardare con interesse a Piero Fassino e Graziano Delrio.

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