Coronavirus, anziano rifiutato da ospedali: "Viene da Codogno"

Un 83enne residente a Codogno, con un probabile tumore, non sarebbe stato preso in cura da diversi nosocomi per via di essere originario di Codogno, focolaio del coronavirus: è grave. Lo sfogo della nipote

Coronavirus, anziano rifiutato da ospedali: "Viene da Codogno"

"Lui no, viene da Codogno". Un anziano di 83 anni, in gravi condizioni per un sospetto tumore, sarebbe stato rifiutato da diversi ospedali perché residente nel comune in provincia di Lodi, focolaio del coronavirus. A denunciare il fatto è la nipote Virginia: l'abitante della medesima realtà lombarda (in quarantena contro il Covid-19) l'ha raccontato all'agenzia stampa Agi, che ha così raccolto e diffuso la vicenda.

"Una decina di giorni fa, dagli esami è emerso che aveva l'emoglobina molto bassa, tale da necessitare una trasfusione. Venerdì mia nonna voleva portarlo al pronto soccorso di Cremona che però era chiuso. Allora l'abbiamo accompagnato al pronto soccorso di Piacenza, dove gli hanno fatto un'infusione di ferro, ma non una trasfusione di sangue perché ci hanno spiegato che ora non è sicuro col virus". Il venerdì citato da Virginia è proprio la giornata in cui è stato reso noto il ricovero del paziente uno a Codogno. Ricovero che ha fatto scattare l'allarme e la serrata in Lombardia e dunque in Veneto, visto che il cosiddetto "virus cinese" è arrivato anche a Vo' Euganeo.

La testimonianza di Virginia continua così: "Dagli esami è emerso un probabile tumore allo stomaco con interessamento dei polmoni Ci hanno detto che la situazione era molto grave e fatto delle impegnative per cui entro 72 ore avrebbe dovuto sottoporsi a una serie di esami. L'hanno dimesso dopo 9 ore, dopo averlo messo in una stanzina da solo, assieme alla nonna, perché venivano da Codogno". Quindi, lo sfogo prosegue: "Ci hanno poi spiegato che a Piacenza non si poteva più presentare per la sua provenienza dalla 'zona rossa'. Da venerdì, mia nonna ha chiamato tutti gli ospedali per prenotare questi esami importanti e tutti gli ospedali consultati, quelli di Crema, Cremona e Pavia, hanno risposto che, essendo il malato di Codogno, nessuno lo vuole…".

Infine, le amare e preoccupate parole di chiosa della nipote: "Il medico di base ci ha consigliato di aspettare che peggiori per chiamare l'ambulanza. Intanto lui sta malissimo, ha l'affanno, è bianco come un cadavere. Le impegnative sono scadute e non sappiamo dove portarlo".

Coronavirus: le novità

Oltre a Lombardia e Veneto, e ai casi a Firenze e Palermo, ci sono quattro nuovi casi di positività al coronavirus anche Emilia-Romagna, che portano a quota 23 il numero dei contagiati sul territorio della regione. Due, entrambi riconducibili al focolaio lombardo, riguardano cittadini di Parma e sono stati rilevati nel laboratorio dell'Università di Parma; uno ha trascorso periodi di permanenza a Codogno, manifestava sintomi lievi ed è in isolamento a domicilio; l'altro, che aveva avuto contatti con la zona rossa del Lodigiano, è ricoverato all'ospedale di Parma, reparto "Malattie Infettive". Ci sono poi i due casi rilevati dal Crrem, il Centro di riferimento regionale per le emergenze microbiologiche del Policlinico Sant'Orsola-Malpighi di Bologna.

Il primo riguarda un'operatrice sanitaria dell'ospedale Piacenza, in isolamento a domicilio; il secondo è una persona di Rimini, ricoverata in ospedale, di ritorno da un viaggio all'estero. Complessivamente quindi, in Emilia-Romagna, i casi di positività salgono a 23: 17 a Piacenza, 4 a Parma, 1 a Modena e 1 a Rimini.

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