Coronavirus

Coronavirus, le nuove misure: chiuse la Lombardia e 11 province

Il documento su cui sta lavorando il governo. Ingressi e uscite consentiti solo per "motivi gravi". Fino al 3 aprile chiuse scuole, discoteche, palestre e impianti da sci

Coronavirus, le nuove misure: chiuse la Lombardia e 11 province

A fronte del dilagare dell'epidemia, il governo sta lavorando a un nuovo decreto "per fermare il contagio da coronavirus". Le restrizioni, che dovrebbero restare in vigore almeno fino al 3 aprile, riguarderanno tutta la Lombardia e undici province di Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna. Da tutte queste zone gli ingressi e le uscite saranno consentiti soltanto per "motivi gravi e indifferibili". Di fatto non esistono più "zone rosse" ma "zone di sicurezza" in cui saranno in vigore limitazioni ferree tra cui anche la sospensione di matrimoni e funerali e l'obbligo di mantenere la distanza di sicurezza di un metro nei bar e nei ristoranti.

Le "zone rosse"

Il contagio da coronavirus avanza in Italia. Il bollettino di oggi parla di 5.061 casi positivi e 233 vittime. "Ora è fondamentale seguire le raccomandazioni per rallentare il diffondersi del Covid-19", ha spiegato il presidente dell'Istituto superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, invitando tutti quanti a "un momento di responsabilità". "Altrimenti - ha detto - mettiamo a rischio soprattutto la parte più fragile della nostra comunità. Non pensiamo che siamo lontani o che non ci riguardi: il problema c'è ed è grave. Bisogna avere grande attenzione". A fronte di questa emergenza, che rischia seriamente di diventare ingestibile, il governo Conte ha messo a punto un nuovo decreto per cercare di arginare la diffusione dell'epidemia. Nel primo articolo del decreto che dovrebbe essere varato questa sera ed entreare in vigore da domani, il governo vieta "in modo assoluto ogni spostamento in entrata e in uscita" dalla Lombardia e da altre undici province in Emilia Romagna (Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia e Rimini), Marche (Pesaro e Urbino), Veneto (Venezia, Padova e Treviso) e Piemonte (Asti e Alessandria), nonché gli spostamenti all'interno degli stessi territori ad eccezione di quelli "motivati da indifferibili esigenze lavorative o situazioni di emergenza".

Le restrizioni

In Lombardia e nelle 11 province individuate saranno chiuse le scuole, i musei, i cinema, i teatri, le discoteche, i locali notturni, le sale bingo, le palestre, i centri sportivi, le piscine, i centri benessere, i centri termali e gli impianti sciistici. Saranno, poi, sospesi tutti i concorsi pubblici (ad eccezione di quelli per il personale sanitario, per l'abilitazione della professione di medico chirurgo e per la protezione civile). Verranno, inoltre, "sospesi gli eventi e le competizioni sportive di ogni ordine e disciplina", "tutte le manifestazioni (...) di carattere culturale, ludico, sportivo e religioso" e persino le cerimonie civili e religiose, compresi i funerali. Anche l'apertura dei luoghi di culto dovrà essere strettamente condizionata all'adozione di "misure organizzative tali da evitare assembramenti di persone, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei luoghi, e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza tra loro di almeno un metro". Per tanto, Le stesse restrizioni dovranno essere rispettate anche dai gestori di bar e ristoranti qualora vogliano tenere il proprio esercizio aperto. In caso di violazione verranno sanzionati con la sospensione dell'attività. Nei negozi, invece, dovrà essere garantito "un accesso (...) con modalità contingentate o comunque idonee a evitare assembramenti di persone". Qualora non fossero in grado di garantirlo, dovranno tenere chiusa la struttura. E ancora: nei giorni festivi e prefestivi daranno chiusi "le medie e grandi strutture di vendita, nonché gli esercizi commerciali presenti all'interno dei centri commerciali e dei mercati".

Le disposizioni per i malati

Le analisi che l'Istituto superiore di Sanità sta portando avanti sui pazienti morti mostrano come l'età media dei deceduti superi gli 81 anni. Sono prevalentemente maschi e più dell'80% ha due patologie, il 60% ne ha più di tre. Solo il 2% non ha altre patologie. "La sintomatologia è l'associazione di febbre e dispnea (difficoltà a respirare, ndr) - ha spiegato Brusaferro - le persone anziane che abbiano questo tipo di sintomatologia non affollino i pronto soccorso ma contattino il medico o il 112". La stessa raccomandazione è contenuta nel decreto del governo ed è estesa a tutti quei soggetti che presentano infezione respiratoria e febbre sopra i 37,5°. Le sale di attesa dei dipartimenti emergenze e accettazione e dei pronto soccorso sono, poi, inibite agli accompagnatori dei pazienti, "salvo specifiche diverse indicazioni del personale sanitario preposto". Anche gli ingressi nelle strutture residenziali per anziani, negli hospice e nelle strutture sanitarie assistite (Rsa) saranno limitati ai soli casi indicati dalla direzione sanitaria della struttura.

L'emergenza nazionale

Le misure individuali di limitazione dei contatti sociali sono fondamentali per poter contrastare il virus. "Facciamo appello al senso di responsabilità di tutti", ha detto il commissario per l'emergenza, Angelo Borrelli, spiegando che in queste ore si stanno predisponendo trasferimenti di persone ricoverate in terapia intensiva dalla Lombardia in altre regioni.

Proprio la Lombardia resta la regione maggiormente in difficoltà: le terapie intensive stanno già lavorando "oltre il limite", mentre i medici denunciano che "si rischia la calamità sanitaria".

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