Il Consiglio dei ministri, su proposta del presidente Giuseppe Conte e del ministro della salute Roberto Speranza, ha approvato il decreto-legge recante "misure urgenti in relazione alla realizzazione di una indagine di sieroprevalenza sul Sars-Cov-2". Il testo, considerata la necessità di disporre con urgenza di studi epidemiologici e statistiche affidabili e sullo stato immunitario della popolazione, indispensabili per garantire la protezione dall'epidemia in atto, prevede l'autorizzazione al trattamento dei dati personali, relativi alla salute e al corredo genetico, per fini statistici e di studi scientifici svolti nell'interesse pubblico nel settore della sanità pubblica, nell'ambito di un'indagine di sieroprevalenza condotta congiuntamente dai competenti uffici del ministero della salute e dall'Istituto nazionale di statistica (Istat) in qualità di titolari del trattamento e ognuno per i profili di propria competenza.
A cosa serve l'indagine
L'indagine, condotta congiuntamente dai competenti uffici del Ministero della Salute e dall'Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT), serve per capire quanti italiano abbiano contratto il virus, misurare la reale letalità della malattia, la diffusione geografica e il contagio per fasce d'età. Nello specifico, saranno effettuati test seriologici su larga scala di modo da pianificare quando e come allentare eventualmente le misure restrittive ad oggi in atto.
Come funziona il test
I test non si discostano molto dagli esami seriologici già avviati in molte regioni (quelli che rilevano la presenza di anticorpi). In sostanza l'indagine viene estesa a migliaia di persone scelte con criterio statistico ovvero, rappresentative della popolazione italiana per fascia d'età, sesso e attività lavorativa. Dai risultati si evincerà la percentuale di italiani infettati, le caratteristiche corrispondenti e il numero effettivo di morti.
Numeri su ampia scala
Con i test di sieroprevalenza si potrà avere una misura reale del numero di contagiati indipendentemente dalla quantità di tamponi che vengono eseguiti ogni giorno. Di conseguenza, si potrà anche fare luce sui "casi sommersi", cioè i cosiddetti asintomatici, dei quali sinora si hanno informazioni relativamente scarse e basate su ipotesi statistiche.
Anticorpi e immunità
Attraverso le indagini di sieroprevalenza si potrà anche fare previsioni sulla immunità di gregge. Nel caso del Covid-19 si stima che debbano essere contagiati almeno i due terzi della popolazione. I test indicheranno se un soggetto ha già contratto il virus in passato e/o se ha sviluppato l'immunità. Gli antiorpi utili alla ricerca sono essenzialmente due: i IgM (immonoglobuline M) e i IgG (immonoglobuline G). Le prime si sviluppano agli esordi dell'infezione; le seconde nella fase successiva (un paio di settimane dopo aver contratto il virus).
Altre indagini di sieroprevalenza
Test analoghi sono già stati effettuati in via sperimentale a Vo' Euganeo quando tutta la popolazione
è stata sottoposta a tampone ma anche a Ganglet in Germania dove si è scoperto che gli anticorpi erano presenti nel 14% della popolazione campionata, i positivi erano il 2% e il tasso di letalità si attestava allo 0,37%.
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