Coronavirus

Coronavirus, Zaia attacca: "Cura Italia? Serve cura da cavallo..."

Il presidente del Veneto sferza il governo Conte, bocciando il decreto Cura Italia: "I 25 miliardi di euro non bastano"

Coronavirus, Zaia attacca: "Cura Italia? Serve cura da cavallo..."

"Altro che Cura Italia, qui serve una cura da cavallo". Così Luca Zaia, governatore del Veneto, va all'attacco del presidente del Consiglio Giuseppe Conte e della maggioranza giallorossa. Intervistato dal Corriere della Sera, l'esponente di spicco della Lega bocca il decreto d'emergenza varato dall'esecutivo per fronteggiare l'emergenza economica e sanitaria provocata dalla pandemia di coronavirus. Nel farlo, l'uomo forte del Carroccio nel Nord Italia se la prende con l'Unione Europea, la cui assenza-presenza in questo difficile momento storico è la fotografia forse più significativa della crisi dell’Ue stessa.

"Il governo ha stanziato 25 miliardi con il Cura Italia, ma ci vorrà una seconda fase: quella della cura da cavallo. Va bene che l'Ue ha detto che si deroga al Patto di Stabilità, ma quello ero lo scenario dei tempi di pace, non quello dei tempi di guerra. O non ci si vuole riconoscere nulla?", attacca il presidente della regione-locomotiva d'Italia, che sottolinea un aspetto importante circa il rapporto Stato-Regioni: "Il Dpcm non prevede una chiusura totale e lascia la gestione delle deroghe alle prefetture. Certi decreti andrebbero scritti con le Regioni, lo dico con spirito di collaborazione, perché sarebbero più incisivi".

Dunque, il leghista aggiunge una considerazione chiave del suo punto di vista: "Io sono europeista, ma se si perde la solidarietà, è finita davvero. Non vogliamo tenere conto del fatto che i modelli contro la pandemia li abbiamo testati noi come Paese? Prima si studiava Wuhan, ora c'è un modello occidentale a cui guardare e sulla stampa estera ce lo riconoscono tutti i giorni". E prosegue così: "Quello è stato un aiuto per tutta l'Ue, no? Le nostre indicazioni non serviranno a tutti? Siamo stati in prima fila nell'affrontare l'immigrazione, i trattati in chiave franco-tedesca ci hanno sempre penalizzati, ora il nostro cuore produttivo è in ginocchio e nessuno lo vuole sentire?".

Ma non è tutto. Già, perché Zaia tira le orecchie e rinfresca la memoria a quelli che definisce "i fondamentalisti del trattato di Schengen": "Che fine hanno fatto? Dove sono finiti? Adesso le frontiere le hanno chiuse gli altri, uno per uno. E l'Ue dov'è? Non c' è regia, non il minimo coordinamento sanitario...". Già, le colpe dell'Europa, assente in questa emergenza, sono tante-troppo, e assai gravi.

Infine, una parentesi dedicata alla questione delle cure contro il coronavirus e dunque un parere sulla sperimentazione del controverso Avigan giapponese. Su questo versante, Zaia è chiarissimo: "Non dobbiamo illudere i cittadini, mai.

Non so se il farmaco Avigan sia la soluzione, però l’Aifa dato il là alla sperimentazione sui pazienti Covid-19 e questo è un bel segnale".

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