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La Corte suprema sfratta Franco: via dal mausoleo

La decisione dopo anni di dibattito. Vittoria di Sanchez

La Corte suprema sfratta Franco: via dal mausoleo

Il passato e la storia che pesano come macigni sulla memoria. La Corte Suprema spagnola ha autorizzato all'unanimità l'esumazione delle spoglie di Francisco Franco dalla Valle dei Caduti la Valle de los Caídos , il monumento costruito vicino a Madrid per commemorare le vittime della Guerra Civile per darne nuova sepoltura nel cimitero di El Pardo-Mingorrubio contrariamente al desiderio dei familiari del dittatore che avrebbero voluto portare la salma nella cripta della cattedrale della Almudena, in pieno centro di Madrid. Niente più Valle dei Caduti dunque per il dittatore, il mausoleo eretto alle porte di Madrid che fu voluto proprio dal Caudillo, dopo la vittoria nella Guerra Civile, e realizzato tra il 1940 ed il 1958 facendo ricorso al lavoro forzato dei detenuti politici. Fonti giuridiche hanno anticipato la decisione della quarta sezione del tribunale amministrativo, che ha respinto integralmente il ricorso dei nipoti del dittatore contro la decisione del Consiglio dei ministri del 15 marzo, che ha fissato la riesumazione per il 10 giugno. Il contenuto della sentenza sarà reso noto nei prossimi giorni. Respinto dunque l'appello dei nipoti del dittatore che volevano portare le spoglie di Franco nella cripta della cattedrale dell'Almudena, la Corte Suprema sostiene l'Esecutivo, che ha proposto di seppellire le spoglie nel cimitero di El Pardo-Mingorrubio per questioni di sicurezza. La famiglia di Franco non ha mai dato un'altra alternativa alla cripta della cattedrale di Madrid, dove la figlia, Carmen Franco morta nel 2017, nel 1987 ha comprato una tomba. E la sentenza assume un significato ancora più forte, dato che coincide con il giorno dello scioglimento delle Cortes e con il decreto di indizione delle elezioni. Insomma una decisione che si abbatte nel bel mezzo della campagna elettorale (la quarta in quattro anni!) per il voto del 10 novembre. E per ora la vittoria è dei socialisti, del premier Pedro Sanchez che al suo arrivo, nel 2018 alla Moncloa aveva promesso battaglia. Poi c'erano stati i ricorsi della famiglia, le vecchie ferite di una guerra civile mai rimarginate, le «due Spagne» che ottant'anni fa si scontrarono, non si sono mai più date la mano, la tomba imbrattata e lo sdegno.

Oggi Sanchez ha espresso soddisfazione per la decisione: «Viviamo una grande vittoria della democrazia spagnola. La determinazione a riparare le sofferenze delle vittime di Franco ha sempre guidato l'azione del governo». Prima di lui il governo di José Luis Rodríguez Zapatero ottenne il parere contrario dell'opposizione del Partido popular e la vicenda passò in secondo piano anche a causa della crisi economica. Un nuovo tentativo fu bloccato dalla famiglia dell'ex dittatore e dai nostalgici del franchismo.

Ora forse la partita si è chiusa.

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