Il corteo a Roma anti Dl Sicurezza: Capitale blindata, 40 identificati

Manifestazione di protesta coi soliti slogan: governo fascista, inni alla Palestina, insulti agli agenti

Il corteo a Roma anti Dl Sicurezza: Capitale blindata, 40 identificati
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L'allerta è altissima. Dopo i tafferugli del 26 maggio scorso la città di Roma è blindata: strade chiuse e agenti in tenuta antisommossa presidiano il corteo della rete contro il decreto Sicurezza. Alla fine il bilancio è di 40 manifestanti identificati. Controllati, sono stati trovati in possesso di fumogeni e indumenti neri all'interno degli zaini.

Il titolo («A pieno regime») ricalca la narrazione della sinistra di questi mesi. Tra i 10mila in piazza i temi si mescolano: dagli attacchi al governo Meloni ai cori contro la polizia. Fino alle invettive contro Israele. Il copione però non cambia: «Governo fascista, leggi liberticide, Stato di polizia». La temperatura è altissima. Il corteo parte da piazza Vittorio per concludersi a piazzale Ostiense. Alla testa del corteo non c'è Elly Schlein che in Aula ha definito il decreto da ventennio fascista. La delegazione Pd è guidata dal capogruppo al Senato Francesco Boccia: «Manifestiamo contro un decreto pericoloso, che nasce solo per propaganda e per coprire le divisioni nella maggioranza. Per limitare le libertà si raccontano ai cittadini delle realtà che non esistono, delle bugie. Metteranno più persone in carcere ma l'insicurezza non diminuirà. È la solita pericolosa propaganda: più carcere, panpenalismo e nessuna maggiore sicurezza», denuncia il fido di Schlein.

In realtà, il decreto introduce un pacchetto di norme che intervengono in vari campi: dalle occupazioni abusive di case alle rivolte in carcere. Per finire con borseggiatrici e aggressioni agli agenti. Tra i big c'è Nicola Fratoianni che denuncia: «È un decreto che non rafforza in nessun modo la sicurezza dei cittadini che di sicurezza ne hanno bisogno: sul lavoro, per avere garantito il diritto alla salute che oggi non hanno, la sicurezza per avere garantito il diritto all'istruzione, all'abitare. Il decreto serve solo a comprimere gli spazi di dissenso, di libertà e di manifestazione».

Il verde Bonelli scomoda addirittura Pannella: «Questa misura è liberticida e repressiva, perché limita e restringe le libertà. Ricordo un grande politico italiano, Marco Pannella, che, attraverso la resistenza passiva e non violenta, ha contribuito a importanti conquiste per il nostro Paese. Questo governo, invece, vuole incarcerare la dissidenza e reprimere la crisi sociale».

Sulla manifestazione di Roma interviene anche il vicepremier Antonio Tajani: «Non mi sembra che l'opposizione cerchi l'unità, fa solo cose contro e utilizza il

decreto Sicurezza. Andiamo, invece, a chiedere, non a chi manifesta, ma ai cittadini quali sono i problemi da risolvere: si sentono sicuri? Si sentono i genitori a lasciare una figlia di 15-16-17 anni in giro per la città?».

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