Sul mare di Ventimiglia luccica un nastro d'argento. Solo che non è l'ombra delle stelle. È una scia di teli termici usati come lenzuoli, sono uomini come sacchi buttati sugli scogli macerati da sole, pioggia e disperazione. Sono in fuga e sognano di andare dall'altra parte: in Francia, in Svizzera e poi in Germania e ancora più a Nord. Se questa l'Europa la chiama accoglienza, qui tutti hanno sbagliato rotta. Se Renzi e Alfano hanno davvero un piano B allora è il caso di metterlo in pratica. Se esiste. Perché queste immagini sono il fallimento di uno Stato, di tanti Stati, di quella super burocrazia che chiamiamo Ue, con i gendarmi francesi che dall'altra parte hanno l'ordine di sacrificare l'Italia. Da qui non si passa. L'onda che scappa - si dice - è solo vostra. Ma forse non esiste un piano B. È una leggenda o una presa per i fondelli.
La realtà è che adesso la Libia siamo noi. La frontiera si è spostata. Non è più il Mediterraneo. Non sono i barconi del Mare Nostrum. La frontiera sono le Alpi. È la stazione Centrale di Milano. È Ventimiglia. È Trieste. E il resto è tutto giù, è tutto Sud. È il vecchio Stivale che l'Europa si toglie per correre più veloce. Europa scalza, Italia abbandonata. Siamo un punto di partenza. Qui resta chi non può andare.
Forse è questa l'Italia del futuro. E il rischio sono tanti ghetti culturali dove non esiste più l'Occidente, ma ci si arrangia a sopravvivere con le leggi e le consuetudini della vecchia casa. Non c'è integrazione, ma isole di società chiusa in quella che un tempo era la società aperta. Non un'insalata, ma una groviera. Il ghetto dove madri e padri mandano in spose bambine a uomini sconosciuti. Ne parla Daniela Uva in queste pagine. I casi accertati di spose bambine sono 150 ogni anno, più probabilmente duemila. E cresceranno. E sarà peggio.
Ci saranno ghetti dove il tempo dell'Occidente corre indietro. E ghetti dove la legge è la sharia e non c'è perdono per chi è divergente, per chi è diverso, per chi non crede in Dio o quel Dio non è Allah.L'Europa sta costruendo un muro e noi siamo già dall'altra parte.
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